La grotta della Mottera è corteggiata dal 1962, anno in cui fu scoperta dal GSP. Negli anni 80 è l’SCT che ne prende il testimone, concentrando la sua attività nella scoperta dei suoi ambienti risalendo, a volte a fatica a volte in grandi gallerie-meandro, fino a esplorarne una ventina di chilometri insieme ad amici speleo di ogni dove. Il 2006 vede la realizzazione di un sogno, da Fantozzi si entra a 1962 m nel ramo di Arteria Sud, finalmente si raggiungono in breve le zone remote di Mottera. Lei però al punto15 si divide ed EsseLunga resta lontana dall’ingresso. Tanto lontana. Il suo fondo è Finis Terrae, il livello attivo in cui scorre l’acqua che si ingrotta al termine della grossa morena agli Stanti.

La geomorfologia non ci è amica. Per anni si esplorano pertugi che divengono talvolta abissi, ma non si riesce a giungere dall’alto in queste zone così lontane.
L’SCT ama d’inverno calzare gli sci e andare a caccia di buchi nella neve, così nel 2013 Max trova un buco nuovo, mai formatosi prima. Qualcosa si è mosso e l’aria passa. Torneremo l’estate a scavicchiare un po’, togliendo sassi e terra. L’inverno successivo quello che era il piccolo buco diventa una grossa tana e questo riaccende in noi molte speranze. Siamo poco sotto cima Verzera e proprio sopra (tanto sopra) le zone del campo interno del ramo di Esselunga di Mottera.

Lo scavo dà i suoi frutti e si apre sotto di noi un abisso che ci regala intense emozioni, come ogni sana esplorazione sa donare. La grotta di divide a -70 in due rami principali, quello che inizialmente sembra fiondarsi verso la Mottera ci inganna, l’aria è contraria e non condivide i nostri desideri di giunzione. L’aria giusta è dall’altra parte, ma il ramo sale percorrendo grandi sale e meandri franosi.
Si ritorna nel 2017, un’alluvione ha sconvolto i nostri territori e anche in grotta ne troviamo le tracce. Aria e acqua ci indicano dove concentrare le nostre ricerche e, litigando con pietre e massi instabili o misteriosamente stabili, l’aria e l’abilità di chi la sa seguire come un segugio ci portano fino a lei, Mottera.
E’ il primo settembre 2018, la volta prima Fausto si è fermato su un salto di una ventina di metri per mancanza di corde. I rilievi raccontano che siamo a 17 metri dall’ultimo punto di Affluente Grandioso, il meandro esplorato negli ultimi tratti nel 2013 e fermo su risalita con grosso “scoglio” imponente. Sarà proprio lo stesso posto?
E’ fatta. Increduli ci abbracciamo. E’ giunzione!!

L’abisso Angeloni Mario è ora il sesto ingresso del complesso della Mottera. Caro Mario, ci hai guidati fino a giungere in queste zone a te tanto care.
La grotta non è banale, tanti sono i passaggi insidiosi tra massi non sempre così stabili, ma tanto resta ancora da trovare, arrivi che occhieggiano a diverse altezze e punti interrogativi da risolvere lungo il percorso.
In cinque abbiamo deciso di percorrere tutta Mottera, fino all’ingresso basso; tappa obbligata al campo interno, per un veloce spuntino e un po’ di riposo, poi via di nuovo verso valle… Pozzo a T, punto15, Sala del Mandorlo, Contatti, Idrolitina, Blizzard… siamo entrati lassù a 1980 m e riemergere in parete a 1346 m dal quarto ingresso ci riempie il cuore di un’emozione che non scorderemo.

Grazie Fausto e Fulvio che avete deciso di uscire da Verzera e siete venuti a recuperarci dalla Capanna Guglieri Lorenza, grazie Massimo, Ruben, Leo e Fabrizio per questa prima traversata Angeloni-Mottera.
W lo Speleo Club Tanaro!

La grotta della Mottera è nel comune di Ormea (CN) in Piemonte.

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