Cercare grotte nella valle di Baliem è un esperienza di confine. La grande valle sospesa tra le montagne delle Highland è un luogo dove si confrontano tempi e realtà molteplici. Nei suoi campi, tra le sue foreste e le falesie, aleggiano immagini, suoni e fantasmi. Capita cosi di trovarsi a cercare risorgenze la dove una volta i Dani Dugum fronteggiavano i loro rivali con nuvole di frecce e colpi di lancia. Capita di perdersi in quelli che furono campi di battaglia e dove le pietre erano usate per affilare le asce…ma capita anche di scoprire che il fiume che stai risalendo è Wusa, sacro e segreto; proprio perché da una grotta proviene: Aikhe-Anelak. Il paesaggio nella valle di Baliem è pieno di fantasmi che si aggirano tra rocce e caverne. Antenati morti su questi campi di battaglia; fantasmi di animali senza forma, spiriti degli elementi. Da quando i primi uomini fuoriuscirono da Huwan, le profondità della terra, ogni grotta, ogni apertura, ogni fessura è diventata sacra, sede di forze potenti. Tra bozze di report e articoli, i vuoti del fiume Aouk si stanno materializzando sotto forma di immagini e racconti; una storia che ancora attende il suo finale e che quindi ci vedrà tornare tra meno di un anno sulle nostre tracce. Ma per una storia di cui forse intravediamo la conclusione, altre se ne stanno aprendo. Così, dopo esserci domandati come viaggia e si comporta un gigantesco fiume sotterraneo e cosa ci si debba inventare per riuscire a cavalcarlo, adesso ci stiamo iniziando a domandare cosa succede se un fiume quasi altrettanto grande decide di inabissarsi a grandi profondità. Le montagne della Nuova Guinea raggiungono quasi 5000 metri di quota, con zone carsiche che superano i 4000, motivo questo che ha spinto la comunità speleologica mondiale a cercare fin dagli anni ’70 proprio in quest’isola continente il primo -1000 dell’emisfero australe e perché no, anche la grotta più profonda del pianeta. La storia ha poi mostrato che le cose non sono mai semplici e le incredibili profondità delle grotte in Abkhazia rendono veramente difficile trovare luoghi al mondo con potenziali che superino i 2 chilometri di dislivello, però… se è vero che i posti sul pianeta dove poter cercare una cosa del genere sono pochi, è indubbio che la Nuova Guinea sia uno di questi. Non è infatti difficile che nelle sue sconfinate catene montuose si possa nascondere una tale singolarità. Se è vero che Muruk, il primo -1000 australe è stato esplorato poco più di venti anni fa nella Nuova Britannia, sull’intera isola della Nuova Guinea (Indonesia e PNG) la grotta più profonda resta ancora il sistema di Mamo Kananda in PNG, con poco più di 500 metri di profondità. Realizzato dalle grandi spedizioni speleologiche degli anni ’70, è grandioso nel suo sviluppo di oltre 50 chilometri, ma la sua profondità è veramente poca cosa rispetto al potenziale. Volendo fare speleologia tropicale, tra il dire e il fare c’è sempre in mezzo tanta acqua e tanta foresta e non sarà semplice, ma i presupposti per qualcosa di nuovo e di grandi ci sono tutti. Forse i tempi potrebbero essere maturi per andare a vedere cosa combinano tanti metri cubi d’acqua quando veramente decidono di scavarsi un abisso! Decidere di cercare grotte nella valle del Baliem e oltre fino a Yali-Mo le terre a est, vuol dire decidere di fare un viaggio attraverso molti mondi. Attraversare confini, tra passato e presente, tra visibile e invisibile, dal caldo della valle al gelo della montagne. Alla ricerca della prima sorgente.

Andrea Benassi – Papua 2017
Acheloos Geo Exploring
Società Speleologica Casolana
Gruppo Speleologico Sacile

Un sentito ringraziamento a tutti gli amici che stanno credendo in questa lunga avventura in terra di Papua! Petzl; Rodcle Equipment; Korda’s; CT Climbing technology; Kikko Lamp; Repetto Sport; Enomad; AlpackaRaft; Società Geografica Italiana; Società Speleologica Italiana; Museo di Storia Naturale di Firenze; Parco della Vena del Gesso.

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