DUE BRICIOLE DI STORIA
Nel quartiere di Gorla, oggi periferia nord est di Milano, in Via S. Elembardo, una traversa del lungo viale che conduce da Milano a Monza (Viale Monza), si trova il parco indicato nella pubblicistica di settore come “Parco di Villa Finzi”, o “Giardino di Villa Finzi”, di proprietà del Comune di Milano dal 1934.
Il nome deriva dalla famiglia che più a lungo è rimasta proprietaria della villa, i Finzi, che con Prospero Finzi e i successivi eredi ne hanno la proprietà dal 1839 fino al 1919.
Per uno strano gioco del destino il nome attuale non conserva più memoria della famiglia a cui si deve l’impianto neoclassico della villa e il giardino paesaggistico: i Batthyany. Con l’acquisto da parte del conte Antonio Giuseppe Batthyany, la proprietà cambia aspetto: da elemento del paesaggio agrario costituito da Pascolo arborato, Aratorio avitato, Orto, Prato adaquatorio, a parco paesaggistico con laghetto e grotta. Il lago nasce dall’ampliamento del Fontanile dell’Acqualunga, su progetto dell’Architetto Ingegnere Gaetano Brey (1826). Tale fontanile, secondo indagini archeologiche, era già esistente in epoca romana. Anche la “grotta”, in precedenza una ghiacciaia, è modificata e arricchita: all’interno della camera circolare viene costruito il Tempio della Notte, mentre esternamente si sviluppano alcuni diverticoli con volta in blocchi di conglomerato a vista.

QUATTRO SIRINGHE DI DEGRADO
Oggi abbiamo riaperto il Tempio della Notte nell’ambito delle nostre indagini indirizzate alla ricerca, allo studio e alla catalogazione delle opere ipogee di Milano. Come Associazione S.C.A.M. (Speleologia Cavità Artificiali Milano) stiamo difatti operando il censimento delle cavità milanesi in prospettiva di una loro salvaguardia. Questa è grossa! L’affermazione fa ridere me per primo.
Difatti mi chiedo come si possa pensare di recuperare un monumento, ad oggi unico nel suo genere a Milano, nel senso che altri non se ne conoscono, se la collinetta sotto cui si sviluppa è stata eletta a “motta” o “fortino” da tossici e spacciatori. Siringhe e quant’altro fanno compagnia alle essenze vegetali fuori nel parco e a qualche quintalata di spazzatura dentro la cavità.
Un dettaglio: il Parco di Villa Finzi era oggi, 24 settembre, attorno alle 13.00, gremito di bimbi della scuola che giocavano al sole. Spensieratamente.
Ma non è tutto. Il fetore esalato dal Fontanile Acqualunga ha dissuaso persino il nostro agguerritissimo “Zio Bunker”, alias Andrea, a calarvisi dentro per coprirsi d’ardimento nel tentativo di esplorarlo completamente. Già, la volta precedente qualche nobiluomo vi scaricava dentro solventi e l’aria nel cavo sotterraneo non era propriamente invitante. Effettuate le debite segnalazioni agli Organi Competenti, vediamo senza stupore, a distanza di oramai due annetti, che le nostre premure non hanno sortito alcunché. Il cavo sotterraneo attraversa completamente il Parco… sarà igienico andarvi a giocare? Sarà sensato praticarvi l’attività “ludico-sportiva” che va sotto il nome di Speleologia in Cavità Artificiali?
Sentitamente ringrazio per l’attenzione gli Speleologi che leggono e gli Organi Competenti che dormono.
Gianluca Padovan

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