Il sottosuolo di Roma è ricco di storia, di reperti, di sotterranei che si intrecciano e si sovrappongono, costruiti, sfruttati, riutilizzati, perduti, dimenticati… forse secondo solo a quello della città di Napoli. On line disponibile per il download la carta delle Cavità Sotterranee di Roma

ISPRA Cavità Sotterranee di Roma Carta on Line
Carta delle Cavità sotterranee di Roma

Lo studio dell’ISPRA Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale condotto in affiancamento con molti Enti e organizzazioni anche speleologiche intende realizzare una carta, già in parte definita, in cui vengono riportate le cavità sotterranee, allo scopo di scongiurare crolli e usi sbagliati del suolo.
la carta è scaricabile on line sul sito dell’ISPRA: http://www.isprambiente.gov.it/it/cartografia/carta-delle-cavita-sotterranee-di-roma

Sono molti gli studi di tipo archeologico e geologico-geotecnico riguardanti le cavità sotterranee nel territorio di Roma. Tali cavità costituiscono un’intricata rete di gallerie sotto la città, costituendo sistemi, a volte a più piani, che si approfondiscono a differenti profondità. Questi vuoti sono tutti di origine antropica, scavati a vario titolo, per vari scopi (edilizio, idraulico, religioso etc.), ma per lo più per l’approvvigionamento di materiali da costruzione.
Le cave romane furono realizzare prevalentemente nei terreni vulcanici.
Esse sono le cavità maggiormente diffuse e si concentrano soprattutto nella porzione orientale della città.
La coltivazione mineraria avveniva attraverso la realizzazione di gallerie che prevedeva un imbocco alla base del versante. L’utilizzo delle cave di tufo come aree di culto e cimiteriali è successivo e risale al I–III sec. d.C..
Le aree censite e adibite a catacombe ed ipogei privati rappresentano la seconda tipologia di cavità sotterranea per estensione.
Le cave di conglomerati e sabbia, realizzate nella porzione sud-occidentale della città, hanno più scarsa estensione e non furono mai utilizzate come necropoli ma, successivamente, come depositi, fungaie, etc.
Purtroppo, tale network di gallerie sotterranee è conosciuto solamente in forma frammentaria e molte abitazioni civili sono state realizzate su tali vuoti, sconosciuti e non bonificati. La presenza delle cavità sotterranee in particolari condizioni, congiuntamente alle possibili perdite della rete idraulica dei sottoservizi può provocare il crollo degli strati più superficiali del terreno con la formazione di voragini in superficie (sinkhole antropogenici) determinando rischio per il prezioso tessuto urbano romano.
Sono mancati, dunque, sino ad oggi, una cartografia d’insieme e un database completo, che riportino l’effettiva estensione delle cavità. Tuttavia tali informazioni risultano ora fondamentali al fine di studiare la pericolosità del territorio.
Al fine di migliorare e completare lo studio e censimento dei vuoti sotterranei è stato costituito, in seno all’ISPRA, un Gruppo di Lavoro (a cui partecipano vari enti, tra i quali: Roma Capitale, CNR, Protezione Civile Nazionale, Roma Metropolitane e alcune Associazioni Speleologiche di Roma; La Pontificia Commissione di Archeologia Sacra) che si sta occupando della raccolta dati. Ai dati di tipo puntuale sono state affiancate, in questo modo, le mappature delle cavità in forma areale. Si presentano pertanto i primi risultati conseguiti dal gruppo di lavoro e la prima carta delle cavità sotterranee di Roma.
Tale carta non è priva di errori, è ancora in fase di elaborazione e di perfezionamento.

http://www.isprambiente.gov.it/it/cartografia/carta-delle-cavita-sotterranee-di-roma

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