DALMINE (BERGAMO): I RICOVERI ANTIAEREI E IL BOMBARDAMENTO DEL 6 LUGLIO 1944

Venerdì 4 luglio, è stato presentato presso la Biblioteca Comunale di Dalmine il libro dello storico e speleologo Andrea Thum: “Memorie di un recente passato. I ricoveri antiaerei e i bombardamenti a Dalmine”.
La “Presentazione” è del Sindaco di Dalmine Francesca Bruschi e dell’Assessore alla Pubblica Istruzione e Cultura Silvia Brunelli. Il saggio introduttivo “Le ali della morte” è di Angelo Bendotti, Direttore dell’Istituto Bergamasco per la storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea. Il lavoro si compone di 108 pagine, con immagini gentilmente concesse da “©Dalmine SpA – Archivio Fondazione Dalmine”, “Archivio privato Roberto Fratus”, “Archivio ISREC Bg”.
L’Autore ha condotto una lunga e paziente ricerca storica e bibliografica, unitamente al recupero della “memoria orale” offerta dalle persone che vissero la guerra ed i drammatici bombardamenti aerei. Il libro si compone di un inquadramento sulla protezione antiaerea della Città di Dalmine, seguito dalla storia dei ricoveri antibomba “Garbagni” e “da Vinci”. La seconda parte è dedicata al tragico bombardamento del 6 luglio 1944, compiuto da ventotto “Fortezze volanti” americane del 99th BG e altrettante del 463rd BG.
Il lavoro è uno dei risultati conseguiti dal felice accordo tra il Comune di Dalmine e l’Associazione S.C.A.M. (Speleologia Cavità Artificiali Milano – Federazione Nazionale Cavità Artificiali). Tra il 2006 e il 2007 gli speleologi hanno condotto le operazioni di rilievo e di studio dei due grandi ricoveri antiaerei “Mario Garbagni” e “Leonardo da Vinci”, che prendono i nomi dai rispettivi quartieri di appartenenza: quello destinato agli operai e quello per gli impiegati e i dirigenti dell’Azienda. Alle operazioni hanno partecipato anche speleologi del Gruppo Grotte Milano S.E.M.-C.A.I. e dello Speleo Club Valle Intelvi – C.A.I. Sez. Dongo.
Come presidente dell’Associazione S.C.A.M. sono entusiasta dell’impegno e del lavoro, perfettamente in linea con i nostri principi associativi, che ha visto la partecipazione di più persone perfettamente sintonizzate sull’obiettivo comune. Colgo l’occasione per ribadire un concetto vecchio e già espresso dagli antichi Greci che “un popolo senza Storia è come un branco di pecore”. Con tutto quel che ne consegue. Il mio augurio è che la Speleologia Italiana possa continuare a fornire sempre maggiori contributi allo studio e alla documentazione dei manufatti ipogei che ben caratterizzano la nostra Storia, dimostrando come impegno, abnegazione e collaborazione diano sempre i risultati migliori.
Buon lavoro a tutti.
Gianluca Padovan

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