Abisso dell’Ottavo Nano, 09 luglio 2017
Filippo Felici, Andrea Macauda, Marco Climber
Siamo di nuovo dentro l’ottavo nano, in tre questa volta. L’aria ed il freddo pungente di questa grotta ci accoglie sin dall’ingresso, dove sistemiamo le birre a refrigerarsi in attesa della nostra uscita. Marco è stato precettato “per un pelo”, mentre Mammolo è stato tirato letteralmente giù dal letto, visto che 10 minuti dopo l’orario prefissato per l’appuntamento stava ancora letteralmente russando.
Così entriamo rilassati, con calma, lentamente. Sono le 12.00 passate e non c’è ancora traccia del temporale che, siamo certi, arriverà. Ma in Ottavo non c’è problema di acqua e speriamo solo che il buon Zeus voglia risparmiarci dai fulmini una volta usciti. In questo caso siamo già rassegnati al pensiero in cui ci vediamo già, alla base del primo pozzo, in attesa che il temporale passi.
La grotta è praticamente asciutta.
Arriviamo così a Khazad-Dum, Nanosterra, dove ci dividiamo. Io parto per il rilievo della via del Balrog; Mammolo e Marco cercano di raggiungere la finestra sopra la partenza del Brandivino. Terminato il rilievo di questo ramo (una ventina di battute) giungo alla frana. Tantissima aria, stillicidio. Un posto freddissimo per scavare. Non ho con me gli attrezzi ma constato ugualmente che la frana è scavabilissima perché tutto è maciullato. Torno quindi indietro in Nanosterra.
Marco è ancora lì, impegnato su quel camino. Allora decido che può essere il caso di andare a rilevare i pozzi del Brandivino. Percorro quindi la corda installata da Laura, rilevando in discesa ma alla fine del primo pozzo mi rendo conto che non è possibile proseguire oltre: il Brandivino si getta sul secondo pozzo con una portata stimata sicuramente superiore ai 20 lt/secondo, una enormità se si considera che la grotta è praticamente asciutta. Quanto si estenderà il mostro che raccoglie così tante acque? Domande che esigono risposte……
Torno quindi in Nanosterra. Uscito dal Brandivino incontro i due.
“E allora?, Com’è andata lassù?”
“Benone”, mi fa Marco. “Ho percorso qualche decina di metri di forretta e poi saletta con cascata. Ma vai a dare un’occhiatina pure tu!”
Salgo. Mi addentro un questa “forretta”, che in realtà è una gallerietta. Non è proprio una forra. Piena di latte di monte. Tanta, tanta aria, in uscita. Ne percorro una quarantina di metri. Sembra stringere ma poi allarga. Allarga.
Ecco il camino, grande, descritto da Marco. Sopra fa capolino una bella galleria. Scende un po’ di acqua. Guardo un po’ alla sua base. Mi giro intorno osservando. Ma solo dopo aver messo la testa dietro un sassone mi accorgo: nero. C’è del nero che scende la sotto. Tiro un sasso: P20.
Alle 19.00 siamo tutti fuori, sotto un cielo quasi privo di nuvole. Che culo.
Bene, un’altra grande via è aperta e la soluzione di questo rompicapo sembra essere solo all’inizio….. Si cercano aiutanti per risolverlo.
Considerazioni su Nanosterra: il salone sembrerebbe essere il congiungimento di più grandi grotte (almeno 3) idrologicamente e metereologicamente distinte. In questo salone (osservazione estiva) ci sono almeno 3 grandi vie che aspirano una quantità d’aria impressionante e (individuate finora) almeno due che invece soffiano dentro. Anche le acque. Ci sono almeno 3-4 ingressi di acqua ed altrettante uscite ed una di queste “uscite” (il Brandivino) è veramente importante.
To be continued…..