Si è recentemente concluso il progetto di monitoraggio delle acque di falda del Cansiglio.
Mercoledì 14 dicembre 2016 presso la sede della sezione CAI Pn il prof. Jo de Waele, docente di geomorfologia dell’Università Alma Mater di Bologna, ha illustrato i risultati dello studio iniziato due anni fa.
La ricerca è stata condotta da un team di professori e ricercatori facenti capo alla stessa Università, composto da lui e dalla dott.ssa Maria Filippini che ha seguito una giovane laureanda, la dott.ssa Gabriela Squarzoni, sotto la guida del prof. Alessandro Gargini, docente di idrogeologia, e del prof. Bartolomeo Vigna del Politecnico di Torino.
Ha partecipato anche il Dipartimento di Matematica e Geoscienze dell’Università di Trieste per la parte strumentale.
Il progetto si è avvalso della insostituibile collaborazione di una trentina di speleologi dei gruppi di Pordenone, Sacile, Ferrara, Vittorio Veneto e Belluno, che hanno partecipato in modo fruttuoso alla fase di tracciamento in grotta questa primavera, contribuendo cosi alla conoscenza di nuovi tasselli di una delle aree carsiche più famose e importanti d’Italia.
A maggio – giugno infatti sono stati usati traccianti diversi nelle seguenti grotte: Bus de la Genziana, Abisso del Col della Rizza (entrambi nella conca del Cansiglio a quota 1020 m e 1100 m ) e Fessura della Tosca (quota 1900 m in Val Sughet – Piancavallo).
I coloranti sono stati immessi rispettivamente alla profondità di meno 350 m, meno 250 m e meno 200 m.
La ricerca ha portato alla conferma delle conoscenze geologiche pregresse, integrandole nuovamente, e alla apertura di nuovi orizzonti.
L’acquifero si è rivelato molto più complesso del previsto. È stata accertata la comunicazione idraulica (6 giorni dopo l’immissione) dalla Genziana e dall’abisso del Col della Rizza alle sorgenti Santissima e Molinetto (nei comuni di Caneva e Polcenigo). Di quest’ultimo si sapeva già dal test del 2007 fatto dall’Università di Ferrara sempre con l’aiuto degli speleologi locali.
Invece per quanto riguarda la Genziana è una novità.
Resta misterioso il Gorgazzo, la sorgente carsica più profonda d’Italia ricadente nel comune di Polcenigo, che pare ricevere acqua dal Cansiglio, ma è un risultato che resta da verificare. Il volume di acqua dell’acquifero comunque sembra essere di notevoli dimensioni con un bacino di alimentazione molto ampio: le percentuali di colorante uscito sono molto basse e le dinamiche idrogeologiche sono complesse.
Per una ricerca del genere l’aiuto degli speleologi è fondamentale e prezioso, altrimenti non sarebbe possibile. La speleologia non è solo sport, ma una forma di volontariato che contribuisce alle conoscenze del territorio. In questo progetto è stata data una encomiabile prova di sinergia tra gruppi ed Enti diversi. Grazie a tutti!
Unione Speleologica Pordenonese CAI PN
Gruppo Speleologico Sacile
Gruppo Speleologico Vittorio Veneto CAI
Gruppo Speleologico Ferrarese
Gruppo Grotte “Solve” CAI Belluno