Forse non tutti sanno che anche gli uccelli vantano una specie dalle abitudini cavernicole.
Si tratta del Guacharo, o oilbird per gli inglesi, un caprimulgiforme un po’ più grande di un piccione che popola grotte site nelle foreste equatoriali sudamericane.
Il nome scientifico è Steatornis caripensis. Lo scoprì nel 1799 il famoso naturalista viaggiatore Alexander von Humboldt in una grande grotta venezuelana.
La cavità si chiamò per l’appunto “Grotta del Guacharo” e anche oggi ospita circa 15.000 esemplari.
Questo uccello nidifica dentro la grotta e ne esce all’imbrunire nella foresta per nutrirsi di frutta ricca di grassi. Può avvalersi di una vista ultrasensibile alla luce, ma anche di una rudimentale ecolocazione emettendo suoni nelle frequenze udibili anche dalle orecchie umane.
In passato gli indigeni ricavavano olio dai pulcini del guacharo che, nutriti dai genitori, arrivano a pesare il doppio degli adulti in virtù della massa grassa che accumulano. Da qui la denominazione anglofona di “oilbird”.
da “pillole settimanali” di Marco Bani
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