Frabosa Soprana (CN) – Completato il percorso formativo di tre nuovi tecnici speleosoccorritori del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) piemontese; mentre due aspiranti hanno ultimato la prima parte del percorso formativo guadagnando la qualifica di operatori di soccorso speleologico. Nel frattempo, sei tecnici speleosoccorritori hanno superato il test di mantenimento triennale che permette loro di conservare la qualifica acquisita.
L’iter formativo previsto dalla Scuola Nazionale Tecnici di Soccorso Speleologico (SnaTSS) del CNSAS prevede, infatti, una serie di eventi di formazione teorico pratica a cura degli istruttori regionali di soccorso speleologico del Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese (SASP). Al termine di ogni anno si svolgono esami di verifica che, se superati, permettono agli allievi di passare alla successiva fase di formazione. Una volta raggiunta la qualifica di tecnico di soccorso speleologico, i volontari possono proseguire l’addestramento specialistico in una delle discipline previste. Comunque tutti sono tenuti a partecipare agli eventi formativi di delegazione ed a sottoporsi ad un esame di verifica triennale per mantenere la qualifica raggiunta.
Gli esami si sono svolti nei giorni 12 e 13 dicembre all’interno della Grotta turistica di Bossea nel territorio comunale di Frabosa Soprana, mentre il campo base delle operazioni è stato stabilito nella ex scuola di Fontane messa a disposizione dall’associazione culturale “E KYE’ “.
Durante lo stesso evento l’intera delegazione speleologica ha partecipato a due interventi formativi.
Nella prima esercitazione, tutti i tecnici si sono addestrati nelle manovre di emergenza su corda che devono essere messe in atto immediatamente nel caso in cui uno speleologo rimanga coinvolto in un incidente durante la progressione in un pozzo verticale. L’infortunato – rimasto incosciente appeso alla corda di progressione – deve essere immediatamente raggiunto, sbloccato e riportato al suolo per potergli portare efficacemente i primi soccorsi e per evitare la cosiddetta sindrome da imbrago che può portare alla morte in alcuni minuti per blocco circolatorio anche chi è stato colpito da un banale svenimento.
Nella seconda esercitazione, tutti i tecnici hanno potuto apprendere e mettere in pratica le nuove metodiche di primo soccorso medicalizzato definite dalla Scuola Nazionale Medici di Soccorso Speleologico (SNaMed). Lo scopo è quello di soccorrere immediatamente un infortunato, evacuarlo in un’area non pericolosa e stabilizzarlo in attesa dei sanitari del CNSAS e dei tecnici specializzati che lo raggiungeranno e lo trasporteranno all’esterno con appositi dispositivi su corda realizzati per evacuare la barella.
Il CNSAS è un corpo nazionale operativo del Servizio nazionale di protezione civile ed è costantemente impegnato – tramite la SnaTSS e la SNaMed – nella formazione, nell’addestramento e nell?aggiornamento dei propri tecnici, che in caso di intervento sono in grado di portare soccorso medicalizzato e di operare con competenza e professionalità anche nelle situazioni ambientali più pericolose.
Fonte: COMUNICATO STAMPA CNSAS 13 dicembre 2015
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