Vicarello è un’area piuttosto vasta che si estende nella zona nord-orientale del Comune di Bracciano spesso decantata nelle epoche passate per le sue caratteristiche ambientali favorevoli allo stanziamento umano. La presenza di una sorgente di acqua termale deve aver costituito motivo di attrazione e le testimonianze trovate al suo interno hanno permesso di rintracciare una sua frequentazione sin dalla preistoria. Le abbondanti sorgenti di acqua, invece, devono aver giocato un ruolo determinante per la formazione di insediamenti stabili almeno sin dall’epoca etrusca.
Fu proprietà del Collegio Germanico Ungarico per vari secoli fino agli anni Settanta, poi l’intera tenuta venne comperata da una società.
Sono numerose le vestigia dell’antichità visibili in superficie, ma poche le indagini archeologiche. Si trovano, tra i vari resti, cunicoli, cisterne e sovrastrutture connesse all’acquedotto voluto da Traiano e parzialmente ripristinato da Paolo V. Con Istromento 23 agosto 1608, Virginio Orsini, secondo duca di Bracciano e possessore del territorio lacuale, cedette a Paolo V alcune sorgenti e condotti antichi del suo ducato per fare in modo che a Roma arrivasse acqua potabile, tra queste vi erano le sorgenti presenti a Vicarello che confluivano nel condotto lungo il Fosso di Monte Sassano-Fosso delle Ferriere, mentre, tra le sorgenti riportate nell’elenco delle acque non cedute al papa, troviamo l’acqua di Valdagieri che, da come si deduce dalle fonti scritte, sembra essere il nome antico di Val d’Aia, ossia la zona settentrionale della tenuta. Le recenti ricerche permettono di ipotizzare che l’acqua di Valdagieri derivasse da un insieme di sorgenti le cui acque venivano captate direttamente dal suddetto fosso e convogliate all’interno dell’acquedotto traianeo. In tal senso vengono interpretati i resti di un muro di sbarramento delle acque individuati nel fosso in relazione a un cunicolo scavato nella parete rocciosa parzialmente rivestito in opera laterizia. Purtroppo il cunicolo è percorribile per pochi metri, poi è interrato e una frana ha provocato la perdita del tratto che lo univa al muro di sbarramento.
Nel 2013 chi scrive ha avviato un progetto di ricerca freelance volto ad approfondire la conoscenza della storia, del percorso e della struttura dell’acquedotto Traiano e dei tratti ripristinati da Paolo V: sulla base dei documenti antichi cutoditi negli archivi storici e della poca letteratura storica, sono state effettuate delle ricognizioni intorno al lago di Bracciano per individuare le sorgenti e il tragitto effettivo, inoltre sono stati ispezioni alcuni condotti e alcune camere di captazione a esclusione del ramo Fiora esplorato dal Centro Ricerche Sotterranee Egeria e da Roma Sotterranea.
Le indagini sono avvenute in parte con l’ausilio del G.S.A.V. e sono state approfondite e ampliate in modo indipendente dalla sottoscritta negli ultimi mesi.
Si ringraziano Tullio Dobosz, Loredana Fauci e Luigi Felluca per la compagnia durante le ricerche sul campo.

Elena Felluca

Appunti sull’acquedotto Traiano-Paolo

In questo sito:
Scoperto ed esplorato un tratto dell’Acquedotto Paolo
L’Acquedotto Traiano-Paolo: ultime scoperte

Bracciano (RM), Vicarello, particolare muro di sbarramento nel Fosso di Monte Sassano-Fosso delle Ferriere.
Bracciano (RM), Vicarello, particolare muro di sbarramento nel Fosso di Monte Sassano-Fosso delle Ferriere.
Bracciano (RM), Vicarello, particolare cunicolo lungo la parete del Fosso di Monte Sassano-Fosso delle Ferriere.
Bracciano (RM), Vicarello, particolare cunicolo lungo la parete del Fosso di Monte Sassano-Fosso delle Ferriere.

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