Notizia di Antonino Bileddo Delegato IV Zona 

INTERVENTO DI SOCCORSO SPELEOLOGICO AL COMPLESSO DEI PIANI ETERNI  (Dolomiti Bellunesi)

Cesiomaggiore (BL), 06-08-07

Alle 19 di sabato 5 agosto, la Delegazione speleologica del Soccorso Alpino e Speleologico
Veneto (SASV) è stata attivata per andare in aiuto ad uno speleologo infortunatosi durante l’esplorazione di un ramo di un abisso del complesso dei Piani Eterni, il PE 10. Si è temuto il peggio, le primissime informazioni riportavano di una persona rimasta bloccata e con la gamba schiacciata sotto un grosso masso  in seguito ad una frana improvvisa avvenuta a circa  200 metri di profondità. La macchina del soccorso speleologico è scattata immediatamente. Le prime notizie imponevano al soccorso di organizzarsi da subito per far fronte ad una emergenza che richiedeva modalità operative complesse e tempi lunghi. Fortunatamente la situazione è risultata molto più semplice di quanto era lecito supporre nei primi momenti (cioè sino ad un contatto diretto con il ferito) e l’intervento si è risolto poco prima della mezzanotte. 
In poco tempo, l’elicottero di Treviso Emergenza ha portato in quota la squadra di  primo intervento: due tecnici del soccorso speleologico con il materiale di primo intervento.
Sui Piani Eterni si sta svolgendo il campo annuale di esplorazione delle grotte della zona, che coinvolge speleologi da tutto il Veneto, grazie a ciò soccorritori hanno potuto contare sulla collaborazione di altri tre tecnici del SASV che partecipano al campo, tra i  quali un infermiere.
Contemporaneamente due medici della squadra di Padova del soccorso speleologico veneto erano stati allertati ed erano pronti a partire.
La prima squadra di soccorritori ha trovato L.D.A., 41 anni,  di Feltre, a circa 150 metri di profondità. Con il compagno era riuscito a sbloccare la gamba frantumando i sassi a colpi di mazza e scalpello. Poiché il ferito era in grado di muoversi da solo, i tecnici del soccorso l’hanno aiutato ad uscire dalla grotta, supportandolo nel superamento dei tratti più complicati. Se fosse stato necessario trasportarlo con la barella, l’intervento sarebbe stato molto complesso e si sarebbe protratto almeno per tutta la giornata successiva, con l’impegno di decine di tecnici. Giunti all’esterno L.D.A è stato trasportato sino a malga Brendol.
Un fuoristrada del Corpo forestale dello Stato – per raggiungere l’entrata ci vogliono 4 ore a piedi -  ha portato il medico della Stazione del Soccorso Alpino che ha visitato l’uomo ed è stato concordato di fargli trascorrere la notte in malga. Questa mattina il gestore lo ha accompagnato col suo mezzo fino a valle. Per lui il sospetto di lesioni ai legamenti.
“Una volta inviata la squadra di primo intervento, poiché la grotta presenta  passaggi molto stretti a meno 50, 60 e 200 metri, la preoccupazione è stata quella di far muovere una prima squadra di specialisti con attrezzatura particolare per la  rimozione del materiale caduto, ad esempio, cuscini ad aria compressa per il sollevamento dei massi ” spiega il Delegato della VI Zona Speleologica Antonino Bileddo “ dopo di essa sarebbe stata necessario far giungere anche una  seconda squadra  abilitata alla disostruzione, e per questo abbiamo attivato il Gruppo di Lavoro Disostruzione, cioè la nostra struttura specialistica nazionale”.

Sui Piani Eterni si stavano dirigendo in supporto all’operazione 12  tecnici della Stazione speleo del Veneto Orientale (Belluno, Padova, Venezia, Treviso), 8 da Verona, 6 da Vicenza, 11 da Trento, 2 da Bergamo. Pronti anche i volontari di Toscana ed Emilia Romagna, oltre alle Stazioni del  Soccorso alpino bellunesi.

Il complesso dei Piani Eterni raggruppa più grotte collegate tra loro, che confluiscono in quella più profonda, proprio PE 10, che raggiunge i 966 metri di profondità . L’ingresso è a circa 1.900 metri di quota. Le cavità  sono in esplorazione e fino ad ora sono stati rilevati rami per uno sviluppo di 12 chilometri. Uno degli altri ingressi V 35 che si  ricongiunge alla grotta principale a – 450 metri. La grotta inizia  come un tipico abisso alpino, con pozzi verticali e meandri orizzontali fino a 300  metri di profondità . E’ abbastanza impegnativa, fredda e ghiacciata (temperature attorno ai 2 gradi centigradi) e con presenza di scorrimento d’acqua a partire dai 250 metri di profondità. I pozzi possono essere resi impraticabili da cascate e piene, tanto che a -450 metri è presente un bivacco fisso d’emergenza, con tenda, viveri e sacchi a pelo per le esplorazioni più lunghe. Prima della frana, gli speleologi stavano visitando un nuovo ramo che probabilmente si avvicina alla superficie, con ambienti a gradoni. Il complesso dei Piani Eterni è uno dei più importanti in Italia.
Compreso nel  Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi, l’accesso è consentito solo con le dovute autorizzazioni. Tra i Gruppi speleologici e l’Ente parco c’è da tempo una collaborazione per l’esplorazione e le ricerca scientifica all’interno  del Complesso dei Piani Eterni

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