La grotta del Ciabattino
“calzolaio, furbacchione, fai le scarpe col cartone.
La signora non ci bada, perde il tacco per la strada”
(filastrocca veronese)
Sabato 27 e domenica 28 giugno scorso s’è conclusa la fase di raccolta dati riguardanti uno studio geofisico in zona Corno d’Aquilio.
Numerosi gli speleologi che vi hanno partecipato, sia come esponenti di diversi gruppi veronesi, sia di gruppi extra veneti oltre a qualche “cane sciolto”. Tutti per consentire di portare a termine un sondaggio geoelettrico alla grotta del Ciabattino, sulla zona sovrastante la galleria terminale (dati di taratura e confronto) e oltre la parte nota, per verificare eventuali prosecuzioni e/o relazioni con la vasta area dolinare a ovest della Spluga della Preta.
Un primo dato a dir poco sorprendente si era già rilevato il 18 marzo in fase di determinazione il più possibile esatta, dell’area oggetto di studio, allorquando era subito apparso chiaro che il rilievo della grotta risalente al 1973, era inesatto ed erroneamente posizionato rispetto il Nord.
L’orientamento generale rilevato in quella occasione, anche con l’ausilio di “artva”, registrava infatti uno scostamento sugli assi principali ed una “rotazione” in pianta da Nord verso Nord-Ovest di 45 °.
Di per se la cosa potrebbe apparire poco rilevante visto anche il modesto sviluppo spaziale della grotta in questione, ma per il Ciabattino la questione è più complessa.
Da sempre sulla base del vecchio rilievo del ‘73 questo inghiottitoio ormai inattivo, è stato considerato come il punto di raccolta e ruscellamento di una vasta area. Forse il maggiore tributario idrico del sistema Spluga della Preta.
Che vi siano relazioni tra le due cavità è un dato che almeno sentimentalmente lo si dà per scontato (considerando le distanze e il contesto geologico generale) ma per ora il vecchio Ciabattino se ne va per conto suo in tutt’altra direzione!
Da un primo esame (seppur parziale e non del tutto elaborato) dei dati di campagna risulta abbastanza evidente che oltre la parte finale della galleria non vi sia evidenza di prosecuzioni in senso orizzontale.
Quindi utopico pensarlo, nell’immediato, come un altro e alto ingresso della Spluga della Preta.
A questi sondaggi geoelettrici verranno inoltre associati rilievi geologici della grotta e del contesto circostante a suggello e compendio delle indagini indirette esterne.
Chissà… vuoi mai che alla fine di tutto anziché ciabattino risulti più corretto chiamarlo “calzolaio”?
Luciano Marastoni