Come già detto in una notizia precedente, il Bus del Giaz è stato chiuso per dare più spazio alle piste da sci.
Maria Grazia Lobba ha preparato una lettera da spedire a p.ghezzi@ladige.it per cercare di salvare il salvabile, sensibilizzando e portando a conoscenza più persone possibili della situazione.
Ecco il testo della lettera, chi vuole aiutare i Trentini può spedirla:
SALVIAMO IL BUS DEL GIAZ


In relazione alla legge provinciale 31 ottobre 1983, n. 37 (così come modificata dalla L.P. n.1/1988)” Protezione del patrimonio mineralogico, paleontologico, paletnologico, speleologico e carsico”, la quale, all’art.2 recita: Le grotte e gli ambienti carsici sono altresì considerati patrimonio speleologico della Provincia” ed all’art.14 bis aggiunge: “non può essere consentita alcuna forma di sfruttamento del patrimonio speleologico quando ciò possa determinare la distruzione o alterarne sensibilmente la consistenza attuale” chiediamo l’intervento degli organismi preposti alla tutela e difesa dell’ambiente, ed in particolare per la difesa del delicato ecosistema carsico, rappresentato dalla cavità “Bus del Giaz” iscritta al Catasto speleologico VT Trentino col numero.187, conosciuta e studiata fin dal 1932, per disporre la riapertura e fruizione della predetta cavità, attualmente chiusa con massi e detriti.

Facciamo presente, al riguardo, che la distruzione e depauperamento, mediante costruzioni, demolizioni o qualsiasi altro modo, di bellezze naturali, si configura quale estremo di reato sanzionato dall’art.734 del codice penale.

Le cavità carsiche, infatti, rientrano a tutti gli effetti, per le loro caratteristiche geografiche, e di vulnerabilià, tra gli habitat naturali la cui conservazione viene garantita dalla direttiva habitat 94/43/CEE del 21.5.1992, integrata dalla direttiva habitat 97/62/CE del 27.10.1997, il cui regolamento di attuazione è stato emanato con D.P.R. 8.9.1997 n.357.

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