Un team internazionale ha pubblicato su Nature Communications uno studio secondo il quale il genoma dei “Cavefish” è stato studiato ed è stato isolato il gene responsabile della vista, dell’albinismo e dell’obesità, che potrebbe rappresentare una svolta nella ricerca anche per l’uomo.
I pesci che vivono nelle grotte, isolati dal resto del mondo, nella loro evoluzione come tutti gli animali adattati all’ambiente sotterraneo hanno perso completamente la vista, la pigmentazione della pelle e la tendenza a mettere su peso. Questo non perchè “non serve”, ma perchè queste caratteristiche sono ininfluenti all’interno di una grotta ai fini della riproduzione e della conservazione della specie, quindi la selezione naturale negli accoppiamenti delle cellule non sfavorisce individui ciechi.
Nel corso di centinaia di migliaia di anni, se non milioni di anni, i pesci delle grotte messicane hanno addirittura perso il gene che si occupa della vista che non è più presente nel loro codice genetico.
Confrontando il genoma di questi pesci con i loro lontanissimi “cugini” simili che vivno all’esterno, è stato facile individuare quale è il “codice mancante”.
Secondo i ricercatori guidati da Suzanne McGaugh, un’ecologa evolutiva dell’università del Minnesota che lavora anche con il Genome Institute della Washington university, il genoma di questi pesci è molto simile a quello umano e questa scoperta importantissima avrà effetti sicuramente ottimi e rivoluzionari nella medicina per quano riguarda la cura della cecità.
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