Dal 2010 sono riprese con nuova linfa le esplorazioni in quello che da noi siculi viene semplicemente chiamato “il Vento”, ovvero l’Abisso del Vento (quota d’ingresso 900 m s.l.m., 3km circa di rilevato e 220 m di dislivello negativo) che si apre nei calcari triassici del massiccio del Carbonara (1979 m), Parco delle Madonie (Pa).
Di gran lunga la grotta Siciliana più frequentata , è stata esplorata con cadenza quasi generazionale, prima ad opera di gruppi Palermitani (anni 70-80) poi da Catanesi e Ragusani(anni 80-90).
Gli ultimi mesi del 2013:
Durante le ultime uscite del 2013 si è tentato di superare il passaggio Dulfer del Vecchio Fondo di -180, una strettoia che impegna gli esploratori fin dal 2010, quando venne individuata nel corso di una punta GSS-CSE. Inoltre, ci si è dedicati alla ri-esplorazione sistematica del Ramo dei Versiliesi (-220), estremo limite SW della cavità scoperto negli anni 80 da speleologi Catanesi e Versiliesi.
Il 2014:
18 gennaio: Si torna decisi al passaggio Dulfer, oltre il quale sentiamo scendere copiose le acque invernali, ci troviamo al vecchio fondo di -180, in pianta praticamente sotto le zone d’ingresso (le uniche zone di scorrimento) ma 80 m più in basso.
Vengono organizzate due squadre: la prima, lavorando per alcune ore sotto un forte stillicidio riesce finalmente a superare la strettoia. Oltre la frattura è più ampia, l’acqua viene inghiottita da un piccolo buco oltre un breve scivolo, celando una quindicina di metri di buio verticale.
Risalendo la frattura si scorgono ambienti ben concrezionati, ma per progredire bisognerà attrezzare in artificiale.
La seconda squadra inizia ad allargare l’imbocco del nuovo pozzo, che sarà sceso non appena diminuirà il flusso idrico.
01 febbraio, ovvero bagnati si esplora meglio: Stavolta si opta per i Versiliesi, dove le recenti punte hanno portato alla scoperta di un livello superiore di ambienti ampi e scandalosamente instabili, un pozzo stimato 20 m nuovo di zecca, ed infine un nuovo ramo percorso per circa una trentina di metri, oltre l’ennesima strettoia individuata e superata (penultimo salto prima del fondo dei Versiliesi).
Dopo essere riusciti con pochissimo impegno ad entrare in grotta praticamente già zuppi(piove da giorni quassù), si decide di rilevare gli ambienti oltre la risalita franosa e scendere il nuovo pozzo, sperando di allontanarci in pianta dai sottostanti ambienti finali dei Versiliesi.
Si traversa sul primo salto, si raggiunge un’apertura sulla parete destra e si risale comodi sino agli ambienti franosi, si arrampica per circa 4 m sino ad un piccolo oblò nero, si lascia il conosciuto e si entra nel nuovo.
Ancora arrampicate tra i blocchi e primo ambiente ampio, da qui si raggiunge in breve il pozzo.
Si arma e si bonifica con attenzione, non a caso si battezza Tetris la verticale. Venti metri più in basso la frattura sembra chiudersi in un caos di crolli.
No, si passa, si scende ancora per un paio di saltini, il terzo di circa 5 m bisogna attrezzarlo. Al fondo ancora buio sotto i piedi e massi da spostare, far cadere giù a quintali. Si scende ancora pochi metri, il trapano lavora e la polvere torna indietro spinta dall’aria che viene sù, ottimo.
Segue un tratto di frattura sub-orizzontale lungo una ventina di metri, con alcune possibili prosecuzioni in alto , nel frattempo si cerca di traversare qualche metro sopra il fondo del P20, allargando un po’ si potrebbe scendere per altri 10 metri, altra carne al fuoco.
Fine dei giochi per questo giro, si torna sù pregustando la pizza e la stufa a legna dello Smeraldo di Isnello, fuori piove a dirotto e l’acqua che vorrebbe scendere giù per lo stretto ingresso della grotta viene respinta in alto da una furiosa corrente d’aria creando una suggestiva cortina orizzontale.
Per raggiungere questi nuovi ambienti sono necessarie circa 3 ore di progressione, i punti interrogativi aumentano ad ogni uscita, le attività continueranno sperando nel coinvolgimento di altre realtà speleologiche .
Hanno preso parte alle esplorazioni: Gruppo Speleologico Siracusano, Speleo Club Ibleo, Centro Speleologico Etneo, Gruppo Grotte Cai Catania, Gruppo Speleologico Trapanese.
Notizia di Giuseppe Spitaleri