Le acque carsiche sotterranee sono, e sempre più lo diventeranno, una risorsa estremamente preziosa di approvvigionamento idrico per la popolazione mondiale.
Le acque dolci di superficie, preferite un tempo per la facilità di captazione, devono essere oggi man mano sostituite con quelle di diversa origine (falde profonde o acque carsiche), poiché i prelevamenti da laghi e fiumi sono divenuti antieconomici a causa degli ingenti costi richiesti per assicurare la loro potabilità.
A questo punto le esplorazioni speleologiche non possono più essere considerate un inutile passatempo domenicale di pochi appassionati, ma diventano strumento essenziale per fornire gli indispensabili riferimenti geografici e geologici a qualsiasi lavoro di ricerca scientifica.
? questo il motivo per cui il Progetto europeo Hydro Karst ha acconsentito a fornire il proprio patrocinio a “Timavo System Exploration 2013” promosso dalla Società Adriatica di Speleologia.
Negli anni 1990/1993 è stato avviato (attraverso la collaborazione di due associazioni di Trieste: la Società Adriatica di Speleologia e la Commissione Grotte E. Boegan della Società Alpina delle Giulie) un programma di ricerche denominato Timavo Project. I fini dell’iniziativa erano quelli di raccogliere i maggiori esperti in campo scientifico e i migliori esploratori subacquei per fare il punto sulla conoscenza del fiume carsico sotterraneo per eccellenza: il Timavo.
I risultati sono stati notevoli, sia nel campo delle ricerche idrochimiche e biologiche, sia in quello prettamente esplorativo. Dopo due anni d’immersioni, che hanno visto la partecipazione di equipe speleo-subacquee provenienti da varie parti d’Europa (Francia, Germania, Cecoslovacchia e Italia), i risultati ottenuti nel complesso delle risorgive hanno portato al rilievo di quasi due chilometri di passaggi allagati e al congiungimento delle tre Bocche (3919 VG) con altre due grotte soprastanti (Grotta del Timavo – 4583 VG e Pozzo dei Colombi – n. 227 VG). Pure la profondità massima raggiunta (- 82 m) ha rivelato nuove e inaspettate situazioni legate alla circolazione profonda del fiume sotterraneo.
Anche nel sifone di entrata presente nella caverna Lindner dell’Abisso di Trebiciano (n. 17 VG) sono state svolte importanti immersioni, però più difficilmente interpretabili: gli speleo-sub hanno percorso 420 metri di nuove gallerie sommerse ma, a causa delle notevoli difficoltà legate alla torbidità dell’acqua, non è stato effettuato un rilievo strumentale del tratto percorso.
Nel 1993 la campagna esplorativa è stata dichiarata conclusa, in quanto erano stati raggiunti – di fatto – i massimi limiti possibili, a quei tempi, nel campo delle immersioni speleo-subacquee.
Da allora, però, sono passati più di vent’ anni e tante cose sono cambiate.
Le attrezzature subacquee hanno subito radicali cambiamenti (rebreather), tali da permettere lunghe immersioni una volta nemmeno pensabili, ed anche le esplorazioni prettamente speleologiche hanno fatto sostanziali passi avanti.
La situazione complessiva è quindi radicalmente cambiata ed oggi è possibile ripensare al “problema Timavo” in modo nuovo e con inedite prospettive.
Per quanto sopra riportato, è possibile oggi riproporre un nuovo progetto esplorativo che si basi sull’uso delle moderne tecnologie e sulle nuove conoscenze acquisite negli ultimi tempi.
A tale proposito, è con grande soddisfazione che si comunica che un’importante equipe esplorativa facente parte del Comitè Règionel Provence Alpes della Commission Nationale Plongèe Souterraine della Fédération Française d’?tudes et de Sports Sous-Marins (FFESSM), capitanata dai famosi ed esperti speleo-subacquei Claude Touloumdjian e Marc Douchet, intende riprendere le esplorazioni subacquee del Timavo ipogeo. La Società Adriatica di Speleologia, gruppo triestino che – con le esplorazioni pionieristiche del 1953 – ha per primo cercato di svelare i misteri del corso sotterraneo del fiume con le sue esplorazioni svolte proprio nell’abisso di Trebiciano, fornirà il necessario appoggio.
Si tratta di un programma ambizioso, denominato “Timavo System Exploration 2013”, che cercherà di fare nuova luce sul complesso corso sotterraneo del Timavo, riprendendo le esplorazioni interrotte nel 1993. Dette immersioni si svolgeranno sia presso le risorgive del fiume a San Giovanni di Duino (in particolare all’interno del Pozzo dei Colombi – n. 227 VG), dove è già stata raggiunta la profondità di 82 m, sia nel sifone d’entrata dell’abisso di Trebiciano (n. 17 VG), posto alla profondità di 329 m dalla superficie.
Le maggiori difficoltà che si incontreranno saranno legate alla profondità ragguardevole (che si pensa potrà aumentare nel corso delle esplorazioni) e alle forti correnti alle risorgive, mentre la visibilità è generalmente molto scarsa nelle acque presenti nell’abisso di Trebiciano.
Lo svolgimento della campagna esplorativa è previsto per la metà di agosto.