“La ricchezza di un essere umano si misura nella propria capacità di possesso”.
Se così è, quanto mai sono ricco io, speleologo, che possiedo la libertà di vedere, toccare, godere di meraviglie che nessun portafogli può comprare?
Quando scendo nelle viscere della terra con le mie forze e ne risalgo con orgoglio, quando attraverso i meandri più improbabili o sovrasto voragini e inghiottitoi con il fiato in gola, arrivo ad un punto in cui mi chiedo…
… ma che gusto c’è in quegli improbabili giochi pseudoavventurosi a pagamento in cui ci si illude di essere coraggiosi per essersi lanciati nel vuoto senza senso o aver rimbalzato appesi ad un elastico o essere stati lanciati lungo una teleferica? Il tutto rigorosamente senza scopo e con l’ausilio di attrezzature che non permettono al corpo di reagire … Una sensazione si può simulare, per qualche istante, ma un’emozione no: fare speleologia è un continuo emozionarsi!

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