Notizia di Virgilio Pendola

lucillapalinuro.jpgNei giorni 30, 31 maggio, 1 e 2 giugno si è svolta, grazie alla preziosa collaborazione del direttore, dott. Felice Merola, del bellissimo King’s Residence Hotel (che abbiamo usato come punto di appoggio e base logistica), una nuova campagna esplorativa nella grotta di Punta di Cala Galera a Palinuro (SA).
Il gruppo speleologico UTEC Narni insieme al Gruppo Grotte Pipistrelli di Terni (scopritore della grotta) hanno organizzato il tutto portando ben 31 persone, con 7 figli in tenera età al seguito, sul posto per continuare una stupenda avventura e festeggiare i 20 anni dalla scoperta della grotta.
Due camper seminuovi (è un miracolo che siano arrivati a queste latitudini), nove tende ad alta tecnologia, quattro camere da quattro stelle dell’Hotel (per quelli che hanno le ossa rotte da anni di grottate e altri bagordi simili e volevano stare comodi) con ben nove automobili di cui due nuovissime (quella di Sette Longe e del Felix alla Matrix): è stato un piccolo esodo che dall’Umbria ha portato in Campania il meglio della speleologia Ternana.
Ovviamente il numero elevato di persone (per cui non tutti speleo) è dovuto alla presenza di ben 8 nuclei familiari completi con i propri figli, insieme ad altri amici e amiche, attirati dalla prospettiva di passare il lungo fine settimana sul promontorio del Monte d’Oro a due passi (per l’esattezza circa 500 scalini!) dalla superba Cala del Buon Dormire (il nome è tutto un programma!) di fronte allo scoglio del Coniglio e vicinissimi alla scogliera di Punta di Cala Galera.giuseppepalinuro.jpg
Siamo stati beatamente accampati praticamente sopra la grotta stessa tanto da dover stare attenti a non trovare accidentalmente, e pericolosamente, (prospettiva che potete immaginare quanto ci terrorizzasse!!) uno dei suoi presunti ingressi superiori chiusi dalla sabbia e dalla terra.
Il primo problema è stato quello di trovare il giusto sentiero in mezzo alla profumata ed intensa macchia mediterranea tra enormi ginepri e rosmarini; non è stato facile (anzi bisogna dire per onestà che lo si è trovato solo il secondo giorno) poi, una volta giunti sulla scogliera, un provvidenziale segnale collocato precedentemente (una busta di plastica sul ginepro di partenza dell’armo) ha
fatto capire che eravamo sulla via giusta.
Abbiamo armato la via di discesa sulla scogliera, qualcosa di fantastico circa 25/30 metri di discesa su di un mare blu cobalto, ritrovando, con gioia bisogna dirlo, i long life piantati nella precedente volta (nel 1999) e le belle clessidre naturali, particolarmente utili, poste come sono, sopra al tettino di ingresso, per cui le manovre di armo sono risultate avvantaggiate in termini di tempo e di sicurezza (fermo restando che il primo che arma, in questo caso il sottoscritto, si deve bagnare per forza).
Discorso a parte per l’appoggio esterno dato, purtroppo solo la domenica, da Felix, novello Caronte, tutto scocciato come un fiasco ma sempre potente nel fisico da culturista domenicale, che, con apposito pedalò preso a nolo, ha contributo ad effettuare alcuni trasporti ed ingressi e, sicuramente, la cosa più importante, lo sblocco della corda dell’armo misteriosamente incastratasi sulle rocce taglienti ed accidentate, della scogliera.
In due giorni (sabato e domenica in quanto il rientro è iniziato il lunedì mattina 2 giugno) 18 speleo hanno visitato la grotta (4 per due volte tra cui il mitico Geppo del Matese e il Salmone di Pietrasecca alias Giuseppe) con il grande ritorno del famoso Friztmayer in esplorazione (a parte 10 chili in più, la perdita del croll in mare ed una interessante compagna, offerta in olocausto alla ninfa dei campeggiatori, al seguito è sempre uno tosto) portando, per la prima volta, in questa meraviglia naturale oltre 10 speleo tra cui gli eredi dello scopritore Silvano Lepri, ormai perso sulle montagne
dell’Italia centrale tra boschi e valli (per onorare il nome che porta) in cerca di pareti da scalare e scrivere per i posteri.
Abbiamo proceduto alla verifica di possibili prosecuzioni tramite dei ponti naturali e camini posti sopra al pseudo-sifone finale (in quanto si rivelò, proprio al nostro speleosub Fux-Ellen, non un sifone vero e proprio, ma bensì un grande piano sommerso) e su interessanti vie laterali (a carattere labirintico), individuate alcune prosecuzioni di non facile percorribilità, da ampliare, se necessario, con adeguati metodi, con depositi di gesso anche notevoli (presenti copiosamente anche nelle gallerie parallele del salone grande).
Nel secondo giorno abbiamo visitato le parti alte e, siamo ritornati dopo diversi anni fa, nel piano inferiore del solito salone grande; è piuttosto basso ma concrezionato in modo superbo, con eccentriche favolose che risaltano dalla roccia di un colore incredibilmente scuro; anche qui percorse delle parti nuove (l’esperienza, in questi casi, insegna!) ma non topografate ne rilevate perché, in altre zone, non molte vicine, ci sono tracce di passaggio (probabilmente il CSIF di Udine) per cui si è pensato di rimandare il tutto ad un progetto topografico di più ampio respiro coinvolgendo, possibilmente, in un prossimo futuro, tutti i Gruppi speleo che si sono interessati a questa grotta (GGP, UTEC e CSIF).
Per tutti gli altri, non speleo, sono stati piacevoli giorni trascorsi sulla spiaggia dorata del King’s o in piscina, banchetti di pesce ai ristoranti del porto (questi, onestamente, fatti da tutti a parte qualche incorruttibile vegetariano che si è consolato con le bacche di ginepro e i rosmarini), colazioni e gelati da mille e una notte nelle rinomate pasticcerie locali, il classico giro in barca delle grotte marine (Azzurra, del Sangue, d’Argento, Cala Fetente, dei Monaci, delle Ossa ecc.) ed, infine, passeggiate, romantiche e non, nella rilassante cornice di Palinuro ancora a misura di speleo.
I giorni sono stati pochi, e le puntate esplorative vere e proprie anche, ma hanno confermato che la grotta di Punta di Cala Galera è lungi dall’essere completamente nota, anzi ancora diverse parti aspettano la luce delle nostre “Scentilene” e alcuni camini da risalire celano sicuramente il famoso ingresso superiore (da dove è penetrata parte della sabbia e dell’argilla copiosamente presente) per non parlare della parte interna subacquea che è la maggiore da esplorare.
Riguardo alla vita sociale “intergruppi”, pochi erano i giorni e poco si può dire, coordinare e fare andare di conserva, oltre 30 persone è impossibile senza una logistica comune ( ci vorrebbe un luogo comune di ritrovo, ed è difficile anche così); considerando, e non è poco, che tanti non si conoscevano per niente e, non ultimo, le necessità dei tanti bimbi piccoli quasi tutti al campo.
Per familiarizzare bene e finalizzare gli interessi comuni, ci vorrebbero tante grottate insieme (cosa di questi tempi molto difficile) o almeno, di avere voglia, di trascorrere un tranquillo fine settimana senza rompere, o farsi rompere, le scatole dal prossimo (se non altro per giustificare i 1000 km. fatti tra andata e ritorno che non mi sembrano pochi).
Concludendo queste poche righe di relazione vorremmo fare un invito ufficiale al Circolo Speleologico Idrologico Friulano di Udine di organizzare un campo speleo congiunto a Palinuro (che sarebbe appoggiato e supportato, logisticamente, e forse, finanziariamente, tramite la Camera di Commercio di Salerno, dal direttore del King’s il dott. Felice Merola) per mettere insieme tutte le esperienze maturate nella stupenda grotta di Punta di Cala Galera, in tutti i suoi molteplici aspetti e quindi tornarci, insieme, dentro, a suggellamento dell’interesse comune avuto per essa..

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