Notizia del Corriere dell’Umbria di venerdì 18 aprile 2003, pag. 12 di Rita Boini

Acqua: 350mila cittadini potrebbero restare all´asciutto

Paolo Forti dell´Università di Bologna, sostiene che troppi visitatori possono essere un pericolo per la sorgente

COSTACCIARO – (r.b.) Nel corso della riunione a Costacciaro Giovanni Badino, speleologo e docente di Ecologia all´Università di Torino sottolinea
che un problema è costituito da dove mettere i turisti fuori della grotta, che ha visitato e di cui conosce, perciò, anche le parti esterne, luoghi in cui non pare possibile un grande traffico. Inoltre, dice Badino, si debbono fare molti monitoraggi. Il fatto che vi siano grotte che sopportano anche mille visitatori al giorno senza risentirne non significa nulla, ogni grotta è una cosa a se stante. Quanto al nuovo ingresso c´e il rischio che sia impattante, si devono fare controlli molto severi.
Paolo Forti, docente di Geomorfologia e Speleologia all´Università di Bologna, afferma di “conoscere la questione, sono stato anche convocato perché pareva che avrei fatto parte della Commissione di impatto ambientale, anche se poi non se ne è fatto niente. Il problema maggiore non è la grotta, che tra l´altro e “turistica” da almeno un secolo, se non considerano i visitatori che la conoscono dal Cinquecento”.
“Il problema più forte – spiega – è la fonte Scirca e riguarda ben 350mila persone, tante sono quelle che la fonte rifornisce d´acqua tramite l´acquedotto. E´ in corso di pubblicazione una carta di vulnerabilità curata dal Gruppo nazionale difesa catastrofi idrogeologiche che riguarda la sorgente Scirca, una sorgente molto importante. La frequenza turistica può essere un pericolo per il bene dell´acqua, il problema grave non è l´abbattimento di quattro alberi o l´allargamento di un sentiero. La presenza di turisti, che camminano e passano sulla montagna, aumenta l´inquinamento, a rischiare i danni maggiori non è la grotta ma la parte di montagna che costituisce il bacino di ricarico della sorgente Scirca. L´acqua che piove in quel versante della montagna si infiltra infatti nella sorgente, si rischia che l´acqua perda di qualità. Inoltre vi è il rischio di disturbare la fauna selvatica”.
“Quanto alla grotta – prosegue il docente universitario – non è assolutamente necessario il secondo ingresso, basta quello dalla parte di Sigillo, che è molto vasto, mentre il tratto in disuso è molto delicato. L´attuale ingresso è stato gia molto trafficato, si può aprire anche a un numero più vasto di visitatori, naturalmente se si applicano tutti i criteri. In quello che dovrebbe essere d secondo Ingresso,l´apertura su Costacciaro, vi sono delle concrezioni che non è il caso di toccare, di rimuovere. Il lato dell´attuale ingresso è ampio, rispetto a quest´altro, i turisti avrebbero la possibilità di vedere la grotta nella sua bellezza comunque. Rimane il problema delle infrastrutture, il problema delle toilette, che è più importante di quanto non si pensi. Per non creare inquinamento dovrebbero essere strutturate come quelle delle roulotte, in cui non vi è scarico ma si porta via tutto”.
Insomma intorno a questo progetto ci sono tanti opposti Punti di vista. Adesso toccherà a coloro che sono deputati valutare quanto sia opportuno creare o non creare nuove aperture. Favorendo cosi l´afflusso di turisti sul monte Cucco.
Rita Boini

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