“Michel Siffre passò 205 giori in caverne buie, perse il senso del tempo e.. la testa. Vi scrivo dal profondo della mia caverna di pernottamento. Sita nel carcere di Voghera.. si trova in Italia. Michel Siffre che è uno scienziato.. “come me” si è sottoposto all’isolamento diurno e notturno, cercando di capire cosa può succedere alla mente umana. Dopo 205 giorni perse il senso del tempo e… la testa. Ora io vi domando… un uomo che è rinchiuso da 15-20 anni credete che possa risentirne allo stesso modo? Io credo di sì… Signori.. certo.. io non ho ancora superato il livello di pazzia totale. Ma poco ci manca. Eppure Siffre per questa sua prova scientifica nella grotta si era portato libri, riviste e musica da ascoltare. Come libri leggeva Platone mica bau bau micio micio. Ma la sua mente non ha retto più del dovuto. Il sottoscritto ha scontato 10 mesi di isolamento di fila. Questa è una pena in più che danno sull’ergastolo. Mi spiego meglio.. quando la condanna diventa certa o definitiva viene applicata questa misura in più oltre all’ergastolo che può arrivare al massimo di anni 3, tutti di fila. Ovviamente questo passaggio è previsto dalla legge italiana. L’ultimo giudice applica tale norma. Nel suo diario Siffre scrive: “la desolazione mi schiacciava verso la fine dell’isolamento”. Io di questi problemi non ne ho, quindi posso ancora rimanere nel mio cubo di cemento. Ma forse per voi esseri umani questa parola può essere un pò forte. Meglio chiamarlo sarcofago, così siete più sicuri che questo “mostro” rimane chiuso per molto tempo.”

[Giovanni Zito – ergastolano appassionato di speleologia]

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