La Commissione Grotte “Eugenio Boegan” di Trieste è tornata la scorsa settimana nel complesso termale di Sciacca, provincia di Agrigento, ove si aprono le famose grotte vaporose del M.te Kronio, adibite e nominate fin dal I sec. a. C. come salutari stazioni terapeutiche. Scopo della discesa in Sicilia è stata la partecipazione ai lavori al “I° Convegno di Archeologia di Sciacca, incontro di studi preistorici in memoria di Santo Tinè”, tenutosi nelle giornate del 18 e 19 novembre u.s.
A tale convegno, ove sono stati presentati una trentina di lavori riguardanti l’archeologia ipogea, i santuari eneolitici, architetture funerarie e domestiche, la Commissione Grotte e il team italiano “LaVenta Esplorazioni”, hanno presentato l’ambizioso “Progetto Kronio”, un ampio e corposo progetto di ricerca multidisciplinare e di sviluppo turistico delle grotte termali di Sciacca. Infatti, le grotte vaporose che si aprono presso lo stabilimento termale del M.te Kronio, le cui esplorazioni sono iniziate nel 1942 proprio ad opera del gruppo triestino e portate avanti in 12 spedizioni successive, sono un unicum al mondo: nulla ancora si conosce della biochimica interna delle grotte, della microbiologia, della fauna ipogea, delle mineralizzazioni presenti, della fonte profonda del flusso vaporoso che ininterrottamente sgorga dalle profondità a 38° gradi e ad un’umidità del 101%: ma soprattutto le grotte sono una incredibile stazione archeologica risalente al periodo dell’età del rame. Al suo interno sono presenti decine di enormi vasi intatti, ipoteticamente portati all’interno in un’epoca di 4000 anni fà per compiere dei rituali religiosi. Quindi le grotte usate come antichissimi santuari. Tali vasi sono affiancati pure a resti umani, risalenti ad epoche remote, che attendono ancora di essere studiati, capiti e valorizzati. Proprio l’ambiente infernale delle grotte e il fatto che i reperti si trovino a 60 metri di profondità, hanno protetto tali resti da visite di tombaroli e depredatori di antichità e li hanno preservati intatti sino ai giorni nostri. Il “Progetto Kronio” quindi, sarà un’ambiziosa e multidisciplinare sfida sia di carattere tecnico-esplorativo, sia di eccellenza scientifica nel settore degli studi legati a materie quali archeologia, fisiologia umana, antropologia, geofisica, vulcanologia, solo per citare alcuni temi. Nei giorni a disposizione in Sicilia, sono stati sviluppati interessanti e importanti contatti con le Sovrintendenze ai Beni Archeologici della Sicilia, con l’Università di Palermo, con l’Assessore regionale dei Beni Culturali della Sicilia, con l’Istituto Italiano di Archeologia Sperimentale di Genova e soprattutto con il dott. Vincenzo Tinè, figlio di Santo Tinè ed attuale sovraintendente ai beni archeologici della regione Veneto; tutti questi contatti sono stati complementari allo sviluppo a più mani del “Progetto Kronio” ed al suo finanziamento.
Nei giorni liberi, oltre ad accompagnare degli archeologi presse le stazioni ipogee ove si trovano i reperti, dotandoli di attrezzature all’avanguardia per il movimento in ambienti caldi quali autorespiratori a ghiaccio e jacket refrigerati, ed accompagnare il dott. Rocco Favara, direttore dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Palermo presso il sistema ipogeo della Grotta Cucchiara ove sono stati effettuati dei campionamenti dell’aria, sono state portate avanti delle esplorazioni speleologiche presso la “Grotta del Lebbroso”, cavità anch’essa interessata dal flusso caldo vaporoso. In condizioni estreme, difficilmente ripetibili, Spartaco Savio e Riccardo Corazzi hanno topografato nuovi parti della cavità e hanno scoperto un altro deposito di reperti archeologici, probabilmente risalenti anch’essi ell’Eneolitico (4000 a.c.); le esplorazioni, nonostante le evidenti prosecuzioni scoperte, sono però state sospese per le critiche condizioni ambientali: solo una prossima futura spedizione dotata di ampi mezzi per la sopravivenza in tali ambienti potrò portare a nuovi sviluppi dell’ampio bacino carsico termale associato a nuove scoperte archeologiche e paleontologiche. Per la Commissione Grotte “Eugenio Boegan” di Trieste hanno partecipato Louis Torelli, Lucio Comello, Riccardo Corazzi e Spartaco Savio, mentre per il team “LaVenta” sono scesi in Sicilia Giovanni Badino, Francesco LoMastro e Giuseppe Savino.