A parte l’indescrivibile soddisfazione personale nello scoprire qualche cosa di antico e di misterioso, dovuta anche all’aver vissuto in prima persona un’avventura composta da ricerche, fatica, sudore, emozioni e qualche rischio, ciò che facciamo deve servire alla comunità, deve essere reso fruibile, spiegato, divulgato.
Spesso si fa riferimento alla “comunità” intendendo una comunità scientifica, composta da esperti che conoscono bene gli argomenti trattati e che già, per professione, si occupano di aspetti simili.
Noi dobbiamo anche raggiungere quel pubblico generalista, saperlo appassionare. Esso infatti costituisce la stragrande maggioranza delle persone. E se riusciamo ad interessarlo, anche l’opinione pubblica su questi argomenti verrà sensibilizzata.
Resti inteso che gli articoli scritti per le riviste di settore ed i convegni tra gli specialisti siano insostituibili e necessari, proprio per la loro opportunità di mettere a confronto in un dibattito auspicabilmente costruttivo teorie, ipotesi ed esperienze. Metodi e finalità si possono trattare con chi fa il nostro stesso mestiere. Ma ritengo che sia necessario un ulteriore sforzo.
In realtà dipende da noi saper vestire i nostri contenuti in modo accattivante, senza per questo scendere nella troppa approssimazione o nella superficialità dei concetti, per permettere ad un numero sempre maggiore di persone di accogliere i risultati dei nostri studi.
Le pubblicazioni scientifiche andranno quindi affiancate a documentari impostati con profili più bassi, articoli scritti con una poetica più graffiante, incisiva, attraente.
Queste pubblicazioni parallele, ma non di secondaria importanza, dovranno abbandonare quelle terminologie di settore troppo specifiche e sovente illeggibili anche per chi opera da tempo con quei concetti.
Il nuovo obiettivo che vogliamo affiancare a quelli già noti è quello di ampliare il pubblico, raggiungere e sensibilizzare la grande massa solitamente disinformata su queste questioni.
E per fare ciò occorre sforzarsi di raccontare le nostre imprese con uno spessore narrativo più giornalistico, senz’altro più leggero ed accessibile, che emozioni ed incuriosisca.
La stessa relazione può essere clonata con tagli diversi, a seconda del pubblico che si vuole raggiungere. Una scoperta raccontata a fumetti o a cartoni animati per i bambini delle scuole, conferenze ricche di contributi multimediali ed interattivi per gli adolescenti, articoli giornalistici direttamente derivati e semplificati dalle relazioni scientifiche per gli adulti interessati.
Non sono solo questi i sistemi in grado di sensibilizzare da un lato e di educare dall’altro. Le nuove tecnologie ci permettono interattività, l’accesso immediato a testi, video, pagine web, motori di ricerca. E sono questi i campi in cui il nostro lavoro si avvia verso una conclusione più minuziosa e completa.