L’alta valle del fiume Esaro, nella Calabria settentrionale tirrenica, ha riservato una nuova sorpresa al gruppo di speleo-archeologi dell’Università di Bari e del Centro Regionale di Speleologia “Enzo dei Medici” che da anni indaga nello stesso territorio Grotta della Monaca, sito estrattivo preistorico con uno sfruttamento di minerali di ferro iniziato già nel Paleolitico superiore.
La sorpresa è scaturita dall’esplorazione archeologica della cosiddetta “Grotta del Tesauro”, cavità naturale posta a poca distanza dal centro abitato di Sant’Agata di Esaro, assai ricca – così come Grotta della Monaca – di idrossidi ferrosi, spesso associati a carbonati di rame. Una campagna scavi condotta nello scorso ottobre all’ingresso della grotta ha permesso di scoprire abbondanti testimonianze connesse a diverse fasi di frequentazione antica della cavità. L’esplorazione del deposito indagato ha portato al recupero di resti pertinenti a presenze umane avvicendatesi nel sito nel corso degli ultimi 5500 anni da oggi: ceramiche, utensili in osso, vari oggetti d’adorno e, soprattutto, le oramai note “mazze litiche scanalate”, un vero e proprio fossile-guida utile per il riconoscimento di remote attività minerarie nel sottosuolo.
Le ricerche, non ancora concluse, riprenderanno nella primavera 2012, allorché verranno organizzate nel territorio anche ricognizioni speleo-archeologiche per l’individuazione di ulteriori siti estrattivi. Per maggiori informazioni sui programmi di ricerca: www.grottadellamonaca.it