Monsieur Follier
il pioniere francese che esplorò per primo la grave di Castellana agli inizi dell’Ottocento

Come Edouard Alfred Martel, fondatore della Speleologia, un altro francese, un certo Monsieur Follier, agli inizi dell’Ottocento, fu l’artefice della prima esplorazione della grave di Castellana.
La documentazione su questo evento è stata casualmente rintracciata da Vittorio De Michele del Centro Speleologico dell’Alto Salento in una biblioteca di Parigi dove stava conducendo delle ricerche storiche sui viaggiatori francesi che visitarono la Puglia.
Come è ben noto la scoperta delle Grotte di Castellana viene attribuita a F. Anelli, vice direttore delle Grotte di Postumia, che il 23 gennaio del 1938 scese nella grave e dette inizio alla fortuna geologica e turistica di quella cavità .
Fonti archivistiche riferiscono di discese nella voragine antecedenti a quella di Anelli per il recupero di cadaveri o animali morti accidentalmente, ma di tali esplorazioni non è stata redatta alcuna relazione poiché non avevano carattere scientifico. Eppure altri esploratori prima di Anelli erano scesi nella grave con lo scopo di studiarla geologicamente. Il primo di questi pionieri della speleologia, di cui si ha notizia, fu il francese Monsieur Follier.
Follier era un anziano doganiere venuto nel Regno di Napoli al seguito di Gioacchino Murat. Probabilmente operava a Monopoli nell’estate del 1809, epoca dell’esplorazione, dove ebbe modo di partecipare alla fète de Notre-Dame d’out, patrone de Monopoli. Follier all’attività di doganiere associava quella dello scienziato, infatti, collaborava con l’importante rivista francese “Annales des voyage, de la geographie et de l’histoire” dove relazionava sulle sue ricerche. Fu proprio sul “Tome vingt-trisième de la collection, et III° de la VI° annèe de souscription. Publies par Malte-Brun a Paris 1814” che descrisse la discesa nella grave con un articolo dal titolo: Excursions aux environs de Bari et de Monopoli.
Egli visitò la grave posta sulla strada tra Castellana e Putignano insieme a quattro amici, quasi certamente locali. Le sue intenzioni originarie non erano quelle di discendere nella voragine, infatti non era equipaggiato che solo di una piccola borraccia d’acquavite e di un accendisigaro ma una volta li la curiosità prese il sopravvento.
Follier insieme a un amico si fece calare nella voragine per mezzo di una fune di sarmento legata con giunco.
Scrisse: l’apertura ha tutto ciò che può rendere un tale aspetto maestoso; dei rovi uscenti dalle fenditure della roccia, un eco cupo e prolungato del minimo movimento, e 30 o 40 gradi di profondità, ciò può bastare per spaventare l’uomo indifferente ai spettacolosi atti della natura; ma colui che gode in ciò che essa ha d’insolito, che predilige ammirare i suoi giochi, le sue energie, i suoi eccessi e i suoi capricci, è lieto quando può addentrarsi nei suoi più profondi laboratori.
Una volta disceso nella cavità, per illuminarla si servì di sarmenti buttati giù dai suoi compagni d’avventura. Le asprezze del suolo non gli permisero di avventurarsi nella cavità, con quella poca luce, ma ebbe modo di notare che era abitato da rondini, cornacchioni e cornacchie attirate dagli insetti che popolavano la cavità.
A dispetto di quanto affermavano gli abitanti del luogo Follier non vide né serpenti né draghi e negò che la cavità potesse finire nel mare Adriatico. Follier voleva ricavare dall’esplorazione maggiori dettagli sulla cavità e sulla sua origine. Ovvero se fosse il canale di un fiume sotterraneo, ma le circostanze non glielo permisero. Di certo, egli scrisse, quell’opera della natura non era stata costruita dall’uomo.

Fonte:
Vittorio De Michele, Monsieur Follier il pioniere francese che esplorò per primo la grave di Castellana. “CVLTVRA IPOGEA” – Rivista del Centro Speleologico dell’Alto Salento, n. 7, dicembre 2010, Martina Franca.
Vittorio De Michele, La discesa nella grave di Castellana del francese Follier nel primo Ottocento. “Riflessioni Umanesimo della Pietra”, luglio 2011, Martina Franca.

Silvio Laddomada
(Centro Speleologico dell’Alto Salento)

CENTRO SPELEOLOGICO DELL’ALTO SALENTO
affiliato alla societa’ speleologica italiana e alla federazione speleologica pugliese
Via Pietro Gaona, 62 – 74015 Martina Franca (Ta) – E-mail: culturaipogea@libero.it – Web: www.speleologiaas.it

NdR. La cosa quasi incredibile, è che questo libro è disponibile, completamente scannerizzato, su Google libri, e potete scaricarlo a questo link da Scintilena in formato PDF: https://www.scintilena.com/allegati/annales.pdf

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *