La raccolta e conservazione di una risorsa vitale come l’acqua è esercizio difficile in aree pure percorse da fiumla i e con laghi, immaginiamoci quanto lo sia di più in una piccola e selvaggia isola. Di ritorno dalla seconda visita a Ventotene (Isole Pontine) quello che resta nella nostra memoria è la quantità e la diversità delle cavità artificiali visitate. Una concentrazione unica unita ad una diversificazione tipologica interessante. Si passa dalle cisterne romane (1200 e 780 mq!!!) agli ipogei per ricoverare gli animali; dalle cantine sotterranee, scavate nei tufi e con il caratteristico tunnel di areazione che sbocca direttamente sulla parete a picco sul mare,alle gallerie scavate per estrarre materiale da costruzione. Per chi studia le cavità artificiali è stata una impresa impegnativa e così per gli Urban Divers indecisi se immergersi nei tunnel allagati del Murenaio o nelle acque limpide della Cisterna sotto il Municipio. Così dopo calate dall’alto delle rupi per raggiungere ingressi in parete dell’acquedotto ed ore passate a topografare per trovare l’ingresso dei “lumina” delle gallerie di adduzione siamo tornati a casa nella nostra isola senza mare. Ora è tempo di progettare una vera ricerca. La storia dell’isola attende risposte su ipotesi riguardanti, ad esempio, la presenza fenicia o l’approvvigionamento di acqua dolce della flotta romana. Il lavoro degli speleologi consentirà di fornire agli studiosi nuovi materiali per procedere alla ricerca , resta la meraviglia per la Ventotene sotterranea.

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