Due giornate dedicate al Corso Regionale di formazione riservato agli aspiranti del Soccorso Speleologico

In questi ultimi tempi il Soccorso Alpino e Speleologico dell’Umbria (SASU) ha dato modo di dimostrare quanto contino preparazione e formazione in un gruppo di volontari.
Per caratteristiche fisiche, il territorio umbro è prevalentemente montuoso (53%) e collinare, ecco perché il Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico nel 2010 e in questo inizio 2011, ha avuto modo di risaltare nei notiziari per soccorsi in grotta e forra (non ultimo il soccorso alla Forra di Prodo di domenica 3 aprile), ricerca dispersi in luoghi impervi o incidenti sulla neve.

In tale ottica sabato 9 e domenica 10 aprile si sta tenendo nello spoletino un corso di formazione riservato agli Aspiranti che intendono avanzare e diventare Operatori di soccorso in ambiente ipogeo. E’ questo l’inizio di un iter cui seguirà una verifica per acquisire la qualifica in base all’esito della formazione, la quale si articola su tre livelli: didattico, tecnico e teorico.
Dal punto di vista tecnico l’operatore deve essere preparato a soccorrere in assoluta sicurezza su tutti i terreni ed in tutte le discipline che l’ambiente ipogeo offre: il soccorso, l’autosoccorso ed il soccorso organizzato, sia in grotta che su parete, anche in previsione dell’inserimento di nuovi aspiranti interessati, nell’organico operativo del Soccorso Alpino e Speleologico dell’Umbria.
Rientrano inoltre negli argomenti oggetto di formazione le norme comportamentali, bagaglio di conoscenze non scritte, che da tempo i Tecnici del Soccorso si tramandano e che, suscettibili di infinite variabili, possono essere espresse e visualizzate all’allievo solamente sul “terreno di lavoro”.
Abbiamo lasciato per ultima la formazione teorica, da svolgersi per la maggior parte in aula, alla quale viene, a ragione, attribuita la medesima rilevanza delle parti più pratiche. Materie quali la meteorologia, la medicina in montagna o la topografia e l’orientamento costituiscono pure l’indispensabile bagaglio tecnico di ogni Operatore del Soccorso Speleologico.
Alla base del soccorritore c’è infatti la conoscenza delle grotte del territorio di appartenenza, oltre naturalmente che una discreta conoscenza delle tecniche di progressione e degli armi.

Silvia Sigali Parasecolo
Addetta stampa SASU

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