Ne vedremo delle belle, probabilmente, prossimamente, sul sito www.li-be-ra.it

Vestiario Casual per la speleologia

Questo non è un post pubblicitario, non so neanche chi è che venderà questi capi di abbigliamento casual. Però mi incuriosisce e un pò mi fa sorridere, perchè il “casual” applicato alla speleologia è proprio “casual”:

Una volta per non bagnarmi il culo in una grotta particolarmente umida mi sono comprato un paio di mutandoni dimagranti che indossavo sopra il sottotuta;

Prima di comprarmi il sottotuta di pile, venti anni fa, sotto indossavo la mitica superpippo militare che faceva già schifo di suo, ma dopo due o tre grotte diventava assolutamente inguardabile perchè si tingeva di color fango ed era una cosa acena anche solo provare a rilavarla.

Molto “casual” anche i copricapi da mettere sotto il casco: dal cappellino da pescatore con visiera a 360 gradi, a fazzolettoni colorati, a cappellini greci, passando per le bruttissime bandane adatte allo scopo ma assolutamente brutte brutte brutte.

Come non parlare poi dei calzettoni: Bianchi di spugna con righetta, troppo freddo se porti le calosce; di lana fino al ginocchio detti anche norvegesi passi la giornata a grattarti la rotula; di lana corti dopo 10 minuti si arrotolano tra il polpaccio e il dorso del piede e ti sembra di andare con gli zoccoli, due paia di calzettoni di spugna sperando che un paio ti si arrotoli denro le calsce e l’altro continui a tenerti calda la caviglia ecc.

Ma il “bello” sono le ginocchiere da indossare tra il sottotuta e la tuta, e un’altra chicca casual è il giro di nastro da pacchi che molti fanno alla fine del calzone, prendendo tuta e stivale in modo da non far alzare la tuta e scoprire il polpaccio.

Se hai l’appuntamento in Piazza e vuoi guadagnare tempo nelle operazioni di preparazione puoi andare all’appuntamento indossando direttamente il sottotuta modello Teletubbies, basta confonderlo un pò mettendoci sopra un bel piumino anni ’80.

Il pezzo forte dell’abbigliamento di uno speleologo che si rispetti è il solito foulard che normalmente è avvolto con due giri intorno al collo, sempre utile anche per apparecchiare in mezzo al prato, per fasciarci una ferita, avvolgerci del formaggio, metterlo in testa se c’è il sole facendoci 4 bei nodini ai quattro angoli, pulirci il coltello, legarci una frasca, asciugarci i piedi, farcisi i bagnoli, metterci i soldi se non si ha il portafogli, avvolgerlo intorno alla scarpa se decide di aprirsi in mezzo alla macchia. Mi raccomando non usatelo per altri scopi sennò poi tocca buttarlo via.

Altro capo di abbigliamento casual speleo è il telo termico, quel misterioso oggetto pagato 5000 lire ancora chiuso in bustina di cellophan trasparente formato A6, che quando lo apri ti ritrovi un mazzetto di foglietti formato A6 tra le mani, utilizzabile se hai lo scothc oppure se ne hai comprato uno più robusto, quel famoso mantello di zorro metallico che fa tanto Rockets o Uomo al Cartoccio.

Da non dimenticare nell’abbigliamento speleocasual anche gli accessori: Comoda sacchetta d’armo, borraccetta porta tutto, zainoni gialli rossi e blu con toppe e cuciture e strappi misti a bruciature di acetilene e anche tra gli accessori, il Re degli accessori dello speleologo in battuta esterna è la roncola, bella, bipenne o all’italiana, a spadone giapponese o a scimitarra turca, è un pezzo che non manca mai, ciondolante quanto basta per sentirla sbattere sulle ginocchia ad ogni passo e rassicurarci che lei, la roncola, è sempre a portata di mano.

Poi la cosa cambia “dentro” la grotta, magari dopo un bel rametto di fango appiccicoso e freddo, quando il discensore fa un unico pallocco con la longe, un paio di moschi e un guanto. Ah!!! I guanti! Chissa perchè il guanto destro a me non mi si buca mai, o almeno quello sinistro mi si buca sempre, così dentro il bosrsone Ikea portatutto ho almeno 3 paia di guanti per i figli di Chernobil, praticamente tutti guanti destri. All’inizio forzano un pò, ma dopo un pò di acqua e fango e polvere calzano bene pure sulla mano sinistra. certo la mano si deve adattare, soprattutto se l’ultima volta si sono asciugati con tutto il fango attorno e il mignolo e l’anulare si attorigliano duramente come fil di ferri, ma anche qui basta bagnarli un pò e vanno a pennello…

Vai, in bocca al lupo amico sconosciuto di LI РBE РRA che hai deciso di lanciare la moda speleo, prova a vendere sta roba e te la compro subito, soprattutto se costa poco, poi pure se ̬ bucata va bene lo stesso!

Andrea Scatolini

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