Il ritrovamento in Francia rivela nuove informazioni sull’evoluzione dei pipistrelli

Un team di ricercatori ha descritto un nuovo pipistrello fossile risalente a 50 milioni di anni fa, scoperto in una grotta nel sud-ovest della Francia.

Il cranio ben conservato, il più antico mai trovato in tre dimensioni, fornisce nuove informazioni sull’evoluzione dell’ecolocazione nei pipistrelli.


Un team di ricercatori ha recentemente descritto un nuovo pipistrello fossile risalente a 50 milioni di anni fa, scoperto in una grotta nel sud-ovest della Francia.

Il cranio ben conservato, il più antico mai trovato in tre dimensioni, fornisce nuove informazioni sull’evoluzione dell’ecolocazione nei pipistrelli.

Il cranio, appartenente a una nuova specie denominata Vielasia sigei, è stato ritrovato nei depositi di una grotta nei Fosfati di Quercy, in Francia.

Questo ritrovamento è significativo perché il cranio è ben conservato e non schiacciato, permettendo agli scienziati di studiare le strutture interne dell’orecchio, cruciali per l’ecolocazione.

L’ecolocazione è una capacità fondamentale per molti pipistrelli, che utilizzano suoni ad alta frequenza per orientarsi e cacciare in condizioni di scarsa visibilità.

La questione di quando e come l’ecolocazione si sia evoluta nei pipistrelli è stata oggetto di dibattito tra gli scienziati.

Alcuni studi suggeriscono che l’ecolocazione si sia evoluta prima del volo, altri che si siano evolute contemporaneamente, e altri ancora che l’ecolocazione sia comparsa dopo il volo.

Il cranio di Vielasia sigei presenta caratteristiche che suggeriscono che questo pipistrello fosse capace di ecolocazione avanzata.

La coclea, una parte dell’orecchio interno, è relativamente grande rispetto alla larghezza della base del cranio, una caratteristica comune nei pipistrelli moderni che utilizzano l’ecolocazione.

Inoltre, la coclea mostra 2,25 spire, un numero simile a quello osservato nei pipistrelli moderni che utilizzano l’ecolocazione.

Gli scienziati hanno utilizzato una combinazione di dati morfologici e genetici per determinare la posizione di Vielasia sigei nell’albero evolutivo dei pipistrelli.

Le analisi filogenetiche hanno collocato Vielasia sigei come un parente stretto dei pipistrelli moderni, ma al di fuori del gruppo corona, che comprende tutte le specie di pipistrelli viventi.

Questo suggerisce che l’ecolocazione avanzata potrebbe essersi evoluta prima della radiazione dei pipistrelli moderni.

Il ritrovamento di Vielasia sigei fornisce anche nuove informazioni sul comportamento dei pipistrelli antichi.

La presenza di almeno 23 individui nella stessa grotta suggerisce che i pipistrelli avessero già sviluppato il comportamento di riposare in grotte alla fine dell’Eocene inferiore.

Questo periodo vide l’inizio di un significativo raffreddamento globale, che potrebbe aver spinto i pipistrelli a cercare rifugio nelle grotte.

Inoltre, il cranio di Vielasia sigei mostra caratteristiche che suggeriscono che questo pipistrello fosse un insettivoro.

Le analisi della forma del cranio e della mandibola indicano che Vielasia sigei emetteva i suoi richiami di ecolocazione attraverso la bocca, piuttosto che attraverso il naso, come fanno molti pipistrelli moderni.

In conclusione, il ritrovamento di Vielasia sigei fornisce nuove informazioni sull’evoluzione dell’ecolocazione nei pipistrelli.

Le caratteristiche del cranio suggeriscono che questo pipistrello fosse capace di ecolocazione avanzata, simile a quella utilizzata dai pipistrelli moderni. Questo ritrovamento contribuisce alla nostra comprensione dell’evoluzione dei pipistrelli e delle loro straordinarie capacità sensoriali.


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