Un evento dedicato alla speleologia subacquea e alle recenti esplorazioni nella Garfagnana

In occasione del sessantesimo anniversario dell’esplorazione che ha portato alla valorizzazione turistica della Grotta del Vento, si è tenuto un ciclo di tre conferenze tra la seconda metà di agosto e la prima metà di settembre.

Questi incontri, organizzati nel piazzale antistante l’ingresso della grotta, hanno trattato la storia della valorizzazione del sito, le sensazioni uniche che si provano visitando il mondo sotterraneo e le più recenti scoperte scientifiche.

Tra i relatori, il prof. Jo de Waele, ordinario di geomorfologia all’Università di Bologna, ha presentato alcune delle più moderne scoperte scientifiche.

Nello stesso periodo, a soli 5 chilometri di distanza in linea d’aria, si è svolta una complessa operazione speleosubacquea: l’esplorazione della “Pollaccia”, una delle sorgenti carsiche più importanti della Garfagnana.

Protagonista di questa impresa è stato Gigi Casati, considerato uno dei più illustri esponenti di questa particolare branca della speleologia.

Casati è stato supportato da una squadra composta da numerosi speleologi italiani e stranieri, molti dei quali originari della Garfagnana.

Visto il successo delle conferenze precedenti, Mario Verole-Bozzello ha proposto a Gigi Casati di tenere una quarta serata dedicata alla speleologia subacquea, con un focus particolare sull’operazione in corso.

La proposta è stata accolta con entusiasmo e domenica 22, alle ore 21, nella sala polivalente della Grotta del Vento, si è tenuta questa nuova manifestazione.

Alla presenza di un pubblico numeroso, Casati ha presentato la sua carriera, iniziata nel 1984, con una serie di scatti fotografici che documentano le sue esplorazioni in varie parti del mondo, tra cui una sorgente carsica in Croazia dove ha raggiunto la profondità di 248 metri.

La serata si è conclusa con la proiezione di un documentario sull’esplorazione della Pollaccia, dove Casati ha raggiunto una profondità di 135 metri, inoltrandosi per 830 metri sotto le Apuane.

Durante l’esplorazione, sono state osservate interessanti morfologie “freatiche” e la presenza di un meandro scavato da un flusso d’acqua “a pelo libero”, suggerendo che in tempi remoti la sorgente potrebbe aver funzionato come inghiottitoio.

L’evento ha attirato appassionati della natura e dell’avventura, oltre a numerosi speleologi provenienti dalla Toscana e dalle regioni limitrofe.

La serata è stata presentata da Massimo Goldoni, ex consigliere della Società Speleologica Italiana, e si è conclusa con un rinfresco offerto dalla Direzione della Grotta del Vento.

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