Uno studio sulle stalagmiti della Grotta di Stiffe rivela dettagli inediti sulle variazioni climatiche degli ultimi 36.000 anni
I dati paleoclimatici ottenuti dallo studio di due stalagmiti raccolte nella Grotta di Stiffe, situata a San Demetrio ne’ Vestini (L’Aquila), rappresentano la prima ricostruzione paleoclimatica ad alta risoluzione per l’intervallo di tempo compreso tra 36.000 e 10.000 anni fa proveniente dall’Appennino Centrale.
Questo periodo, che include l’ultimo massimo glaciale e la fine dell’ultima glaciazione, offre l’opportunità di approfondire le dinamiche climatiche durante una fase cruciale di transizione da un periodo glaciale a uno interglaciale.
I dati mostrano come gli speleotemi della Grotta di Stiffe rispondano in modo preciso alle variazioni climatiche del passato, anche su scale temporali molto dettagliate, che vanno dalle migliaia alle centinaia di anni.
Questo permette di esaminare nel dettaglio le rapide fluttuazioni climatiche avvenute durante l’ultima glaciazione, note come eventi Dansgaard/Oeschger, dal nome del paleoclimatologo che per primo le ha identificate nelle carote di ghiaccio artico.
La significativa corrispondenza tra i dati dell’Appennino e le carote di ghiaccio groenlandesi, che riflettono l’andamento del centro di alta pressione dell’Alto Siberiano, apre nuove prospettive sulla circolazione atmosferica durante l’ultima glaciazione.
Questi risultati sono stati presentati al congresso “Geology for a Sustainable Management of Our Planet”, organizzato dalla Società Geologica Italiana (SGI) e dalla Società Italiana di Mineralogia e Petrologia (SIMP), tenutosi recentemente a Bari.
Il lavoro è stato possibile grazie alla collaborazione del Comune di San Demetrio ne’ Vestini e del Gruppo Speleologico Aquilano, con particolare riconoscimento a Diletta Raineri e Mauro Panzanaro per il loro supporto speleologico.
Lo studio è stato finanziato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) nell’ambito del Progetto AMUSED e ha coinvolto numerosi ricercatori di diverse istituzioni, tra cui INGV, DST UNIPI, IGG e The University of Melbourne, Australia.
Questa ricerca rappresenta un importante contributo alla comprensione delle dinamiche climatiche del passato e offre nuove chiavi di lettura per interpretare i cambiamenti climatici futuri.
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