Ventidue anni di esplorazioni hanno portato alla luce nuovi pozzi e cunicoli

Nel 2002, esattamente nel giorno delle Palme, i soci dello Speleo Club Orobico Cai Bergamo, Gianpaolo Vettorazzi, Matteo Fumagalli e Camillo Cividini, scoprirono una nuova grotta nel sottosuolo carsico di Dossena, tra la Val Serina e la Val Brembana.

La grotta, battezzata “Abisso Le Palme”, si rivelò una serie di pozzi verticali che raggiungevano una profondità massima di 100 metri, oltre a un cunicolo collegato a tre camini che risalivano verso la superficie.

Nonostante la scoperta fosse interessante, non suscitò particolare entusiasmo nell’ambiente speleologico, noto per le sue ex miniere di fluorite e la ricchezza di cavità sotterranee.

Negli anni successivi, le esplorazioni continuarono, portando alla scoperta di nuove grotte e cunicoli.

Nel 2021, l’Abisso Borsellino stabilì un nuovo record di profondità nella zona, raggiungendo i 416 metri.

Nello stesso periodo, lo speleologo Stefano Pelucchi, di Seriate, chiese all’amico Aldo Gira, di Dalmine, di riprendere le esplorazioni nell’Abisso Le Palme.

Per Stefano, era una sfida, mentre per Aldo rappresentava la realizzazione di un sogno.

I due speleologi ripresero gli scavi, partendo da un meandro che aspirava l’aria della grotta.

In due anni, con l’aiuto di altri speleologi dei gruppi Le Nottole e Cai Lovere, aprirono un meandro di circa trenta metri, chiamato “MeAldo” in onore di Aldo Gira.

Seguirono la scoperta di un nuovo pozzo di 60 metri, denominato “Pozzo Bay bay Nataliya”, e una serie di nuovi pozzi verticali.

La scoperta più significativa fu il “Pozzo della Nera”, un pozzo largo e profondo 100 metri, che portò la profondità totale dell’abisso a 300 metri.

La grotta, tuttavia, non era ancora finita. Una spaccatura di 40 metri, chiamata “MariononFumare”, portò alla scoperta di due rami: uno fossile, che raggiunge i 416 metri, e uno attivo, percorso dall’acqua, che arriva a 450 metri.

Oggi, l’Abisso Le Palme è la grotta più profonda di Dossena, con una profondità di 450 metri e uno sviluppo di circa un chilometro.

Le esplorazioni continuano, con la speranza di scoprire nuovi ambienti e percorsi sotterranei.