In questi giorni, dopo un mese di ricerche in continuità, si sta terminando la prima campagna di scavo a Grotta Vittorio Vecchi (Sezze- RM), condotte dal prof. Mario Federico Rolfo, docente di Archeologia preistorica dell’Università degli studi di Roma Tor Vergata e dalla sua equipe formata da studenti, dottorandi e ricercatori.
In concessione della Soprintendenza Archeologia e Belle Arti per le Province di Latina e Frosinone (Soprintendente Dott. Alessandro Betori) le ricerche si sono focalizzate soprattutto nelle prime sale della cavità: le indagini hanno confermato la presenza di una frequentazione cultuale e funeraria datata a 4000 anni fa, già indagata alla fine degli anni ’80 dalla Soprintendenza.
Le attuali ricerche stanno evidenziando livelli di frequentazione umana a scopo rituale e funerario: si sono messe in luce aree di combustione, sacrifici di semi di graminacee e leguminose combuste, numerosi resti animali di pecore, capre e maiali, perlopiù giovani appena nati e centinaia di frammenti ceramici.
La maggioranza dei resti umani sono stati rinvenuti sparsi, soprattutto nelle sale più impervie e strette della cavità.
Si tratta di resti facenti parte di un sepolcreto funerario, sconvolto da numerose attività antropiche e naturali.
In particolare, in una strettoia è stata rinvenuta una sepoltura quasi completa.
In occasione della rimozione, il fotografo Paolo Petrignani della National Geographic ha voluto immortalare alcuni momenti del difficile scavo durato circa cinque ore.
Nella figura n.3 si può notare la complessa attività di rimozione dovuta da uno spesso strato di concrezione e dalle delicatissime ossa al suo interno.
Il sito preliminarmente si può accostare ad una sorta di santuario rupestre frequentato dai gruppi umani che si muovevano tra i Lepini e la pianura pontina.
Le ossa umane saranno un importante fonte di informazione sullo stile di vita, l’alimentazione e la provenienza genetica di questa popolazione Preistorica pontina attraverso le più recenti metodologie di ricerca paleoantropologica, quali analisi isotopiche, genetiche e radiometriche.
Verranno eseguite anche analisi micromorfologiche del terreno che conteneva i resti archeologici e capire l’ambiente circostante durante l’età del Bronzo.
Attraverso uno studio multidisciplinare ed una metodologia molto dettagliata, si avrà uno studio a 360 gradi delle comunità protostoriche di questo territorio che fa parte di un complesso di grotte del centro Italia, confermando l’importanza dei riti cultuali e funerari durante la protostoria italiana come Grotta Misa (VT), Grotta Nuova (VT), Grotte di Belvedere (SI), Grotta dello Sventatoio o Sventatore (RM), Grotte di Pastena (FR) Grotte di Collepardo (FR), Grotta Pila (RI), Grotta Mora Cavorso (RM) e gran parte di grotte e ripari dell’Alta Valle dell’Aniene, la maggior parte di queste sopraelencate sono state indagate dalla Cattedra di Preistoria dell’Università di Roma Tor Vergata dal 2014 al 2019 (vedi articolo n.1-2).
Per il supporto speleologico il gruppo di ricerca ci tiene a ringraziare lo Speleo Club Roma e in particolare due cari amici Elia Mariano, Angelo Procaccianti e il piccolo Michele dello Shaka Zulu Club di Subiaco.
I risultati preliminari della prima campagna verranno presentati in una conferenza pubblica il prossimo autunno.
Hanno partecipato all’attività di scavo archeologico coordinate dal Prof. M.F. Rolfo (in o.a.): Francesco Arrigale, Nicoletta Bazzichi, Arianna Brunetti, Francesca Cortese, Luca Cusimano, Angelica Ferracci, Angelica Fiorillo, Maurizio Gatta, Virginia Gianni, Sebastiano Montebello, Andrea Picchione, Caterina Rossi, Camilla Soccorsi.
Per comprendere al meglio le attività cultuali e funerarie nelle cavità naturali nel territorio laziale si rimanda la lettura a questi articoli:
- ROLFO M.F., CORTESE F., FERRACCI A., FIORILLO A., SALARI L., SILVESTRI L., 2024, “Nuove ricerche archeologiche a Grotta Pila (Pozzaglia Sabina, Rieti) e nelle cavità naturali dell’Alta Valle dell’Aniene (Arcinazzo Romano, Arsoli, Subiaco e Vallepietra- Roma)” in Lazio e Sabina 13- Atti del Convegno, Tredicesimo Incontro di Studi sul Lazio e la Sabina. Roma 25-27 maggio 2022.
- SILVESTRI L., ACHINO K. F., GATTA M., ROLFO M. F. 2017, “Bioarchaeological remains as indicators of costly signalling: two case studies from the Middle Bronze Age of Central Italy” in World Archaeology, 2017, pp. 1-16.
L’articolo è stato scritto in collaborazione con: Angelica Ferracci e Mario Federico Rolfo (figura 3)