Un evento imperdibile al Castello di Nardò
Il Gruppo Speleologico Neretino aggiunge un’altra pagina di storia e sudore alla sua serie di eventi.
Il 21 agosto alle 21:00, nel cortile del Castello di Nardò, si terrà un incontro dedicato alle opere ipogee del Salento: trozze, frantoi (trappeti) e cave sotterranee per l’estrazione della calcarenite (tufo) saranno i protagonisti di questo viaggio.
Nel Salento, un territorio arido descritto da Orazio come “Siderum insedit vapor siticulosae Apulie”, sono stati scavati pozzi profondi oltre 50 metri per captare e inseguire la falda idrica che con il tempo tende a prosciugarsi.
Questi sistemi di approvvigionamento idrico erano essenziali per la sopravvivenza in una terra afosa e assetata.
I frantoi ipogei, descritti da G. Presta nel suo libro sugli olivi e l’olio come “ampie grotte scavate nel sasso con il piccone”, erano vere e proprie miniere del prezioso liquido verde.
Questi frantoi, con mole e torchi simili a quelli utilizzati nell’antica Roma, rappresentano un patrimonio storico di grande valore.
Nel territorio di Cutrofiano, a trenta metri di profondità, si trovano cave di tufo dove i “cavamonti”, con estenuante lavoro manuale e alla luce tremolante delle lucerne, estraevano i conci di tufo indispensabili per le costruzioni.
Queste cave formano un labirinto di gallerie estese come una enorme scacchiera, esplorate e mappate nel corso degli anni.
Le cave di “carparo”, un’altra pietra da costruzione, si trovano a Gallipoli.
Questi luoghi, sebbene abbiano generato problematiche geologiche e antropiche in passato, rappresentano un importante capitolo della storia edilizia del Salento.
L’evento al Castello di Nardò offrirà un’occasione per approfondire queste tematiche con l’ausilio di immagini suggestive.
Un appuntamento da non perdere per chi desidera conoscere meglio il patrimonio ipogeo del Salento.