Antiche Tracce Umane nel Plateau IranianoAntiche Tracce Umane nel Plateau Iraniano

La grotta di Qaleh Kurd rivela segreti sulla presenza umana risalenti a 452.000 anni fa

Un team di ricercatori franco-iraniani ha recentemente portato alla luce le più antiche tracce umane nel Plateau Centrale Iraniano, risalenti a un periodo compreso tra 452.000 e 165.000 anni fa.

Questa scoperta, pubblicata sulla rivista Journal of Paleolithic Archaeology, sposta indietro di 300.000 anni le precedenti prove di presenza umana nella regione.

La grotta di Qaleh Kurd, situata nella provincia di Qazvin, ha rivelato un ricco assemblaggio di pietre scheggiate, ossa di grandi mammiferi e una dentatura umana.

Gilles Berillon, paleoantropologo e codirettore francese delle ricerche, ha spiegato che l’interesse per questa regione deriva dalla sua posizione strategica.

La zona è situata situata al crocevia di un territorio ricco di siti preistorici.

Le catene montuose del Zagros e dell’Alborz, situate rispettivamente a ovest e a nord dell’Iran, hanno restituito numerosi reperti nel corso degli anni.

La maggior parte dei ritrovamenti non superava gli 80.000 anni di età, associati a Neanderthal o Homo sapiens.

Le grotte di Darband e Qaleh Kurd

La grotta di Darband, nell’Alborz, scavata all’inizio degli anni 2010, è stata una delle poche eccezioni, con reperti risalenti alla fine del Pleistocene medio.

La grotta di Qaleh Kurd era nota inizialmente per le sue meraviglie speleologiche e l’interesse paleoclimatico delle sue speleotemi.

Negli anni 2010, gli archeologi iraniani hanno condotto uno studio sul sito, scoprendo pietre scheggiate del Paleolitico medio raccolte nella cavità.

Il sito aveva subito scavi illegali, ma i ricercatori hanno trovato artefatti in pietra e ossa di animali preservati in una sequenza sedimentaria di oltre 2 metri di spessore.

Gli studiosi hanno portato alla luce migliaia di manufatti litici.

Tra i reperti frammenti ossei e denti di grandi mammiferi, tra cui un cavallo e una dentatura umana raccolta in situ.

Questi reperti sono organizzati in almeno sei depositi archeologici, indicativi di lunghi periodi di presenza umana nella grotta, intervallati da periodi di assenza.

Le analisi dei paleontologi

Le analisi dei paleontologi e degli archeozoologi hanno rivelato numerose tracce di origine umana su questi reperti, come marcature di percussioni e tagli, prova di un’intensa attività di macellazione.

Inoltre le dimensioni delle dentature di cavallo, relativamente grandi, suggeriscono inoltre età antiche.

Questa densità di resti molto antichi indica che gli umani si sono succeduti su questo sito per lunghe periodi.

Per quanto riguarda le pietre scheggiate, gli studiosi hanno dimostrato l’uso della tecnica di scheggiatura Levallois e una grande variabilità dell’assemblaggio da un deposito all’altro.

I depositi superiori, associati alla dentatura umana, hanno evidenziato caratteristiche note nel Paleolitico medio antico del Levante (circa 250.000 anni fa), coerenti con le datazioni.

Questa scoperta è di grande importanza per la comprensione della presenza umana nella regione.

I reperti sono stati datati utilizzando diverse tecniche, tra cui la datazione al carbonio-14 e la combinazione della risonanza di spin elettronico (ESR) e delle serie dell’uranio.

I risultati

I risultati hanno dimostrato che i resti risalgono a un periodo compreso tra 452.000 e 165.000 anni fa

Si sposta indietro di 300.000 anni le precedenti prove di occupazione umana nella regione.

Per il momento, non si conoscono le specie umane che hanno abitato questa cavità.

Tenendo conto della cronologia del sito e delle caratteristiche degli assemblaggi litici successivi, è ragionevole pensare che possa essere stata frequentata da diverse specie nel corso del tempo, tra cui Homo sapiens, Neanderthal, Denisoviani e umani arcaici.

Questo studio a Qaleh Kurd è il risultato di una collaborazione tra l’Università Tarbiat Modares di Teheran e l’Unità Mista di Ricerca 7194 – Storia Naturale dell’Uomo Preistorico e altri partner iraniani e francesi.

Coinvolge anche giovani ricercatori e specialisti diversi: archeologi, preistorici, geologi, geocronologi, paleontologi, archeozoologi e paleoantropologi.

In aggiunta a questa scoperta, le grotte in Iran continuano a rivelare importanti informazioni sulla presenza umana preistorica.

Un esempio è la grotta di Ali Sadr, situata nella provincia di Hamedan, nota per le sue formazioni di stalattiti e stalagmiti e per i reperti archeologici risalenti al Paleolitico.

Un’altra grotta di interesse è la grotta di Kataleh Khor, situata nella provincia di Zanjan, dove sono stati trovati reperti risalenti al Paleolitico medio e superiore.

Queste scoperte sottolineano l’importanza delle grotte iraniane per la comprensione della presenza umana preistorica nella regione e a livello globale.

Le ricerche continuano in questi siti e in altri, con l’obiettivo di approfondire la conoscenza sulla preistoria del Plateau Centrale Iraniano e delle aree circostanti.

Fonte: Journal of Paleolithic Archaeology

Vahdati Nasab, H., Berillon, G., Hashemi, S.M. et al. Qaleh Kurd Cave (Qazvin, Iran): Oldest Evidence of Middle Pleistocene Hominin Occupations and a Human Deciduous Tooth in the Iranian Central Plateau. J Paleo Arch 7, 16 (2024). DOI : https://doi.org/10.1007/s41982-024-00180-4

Vedi anche: https://www.scintilena.com/category/archeologia/