L’Associazione Italiana Canyoning si oppone al ticket di accesso obbligatorio per il percorso ligure

L’Associazione Italiana Canyoning (AIC) ha preso una ferma posizione contro la privatizzazione e la regolamentazione ingiustificata del canyoning e dei suoi percorsi, in particolare quello del Rio Barbaira in Liguria.

In un post sulla propria pagina Facebook, l’associazione ha denunciato la situazione mal regolamentata nella regione.

Il Rio Barbaira, uno dei percorsi più belli e frequentati della Liguria e del nord Italia, costituisce un’anomalia nel panorama dei percorsi canyoning di tutta Italia.

Da quasi vent’anni, per percorrerlo è obbligatorio pagare un ticket di accesso.

L’AIC ha cercato di instaurare un dialogo con il comune di Rocchetta Nervina, nel cui territorio si trova il Barbaira, per capire le motivazioni dell’ordinanza che ha dato origine a questo ticket e suggerire soluzioni alternative.

Tuttavia, la giunta comunale di Rocchetta ha deliberato l’approvazione di una convenzione finalizzata alla “gestione” del canyoning nel Barbaira, rinnovando l’obbligatorietà del ticket.

Ci sono dubbi sull’ambito delle competenze. Il Codice Civile sancisce che i torrenti sono parte del Demanio Pubblico e quindi appartengono allo Stato.

In Liguria, una legge regionale attribuisce alla Regione la gestione del demanio fluviale, il che significa che i Comuni non hanno competenza per deliberare in merito.

Pertanto, il provvedimento adottato dal Comune di Rocchetta Nervina potrebbe essere illegittimo.

Lo Studio Legale Flick, incaricato da AIC, ha inviato al Comune di Rocchetta Nervina una diffida a subordinare l’accesso al percorso al pagamento di un biglietto.

La scelta di incaricare un legale è nata dalla necessità di una valutazione qualificata degli aspetti normativi della materia, su questioni che richiedono competenze che all’interno dell’associazione non sono presenti.

Ad oggi, il comune di Rocchetta non ha fornito alcun riscontro e potrebbe presto stipulare una nuova convenzione per proseguire nella gestione degli accessi al Barbaira.

Se così sarà, AIC farà nuovamente sentire la propria voce per contrastare la riconferma di titoli di accesso a pagamento.

L’associazione sottolinea che l’azione intrapresa va a favore di tutti i torrentisti e non è finalizzata a guadagnare una posizione di privilegio per i soci AIC o per alcuni soggetti in particolare.

L’eventuale riapertura gratuita alla frequentazione del Barbaira sarebbe un bene per tutti, dai torrentisti sportivi, al Soccorso, alle Guide commerciali, come è giusto che sia.

Un pensiero su “Canyoning in Liguria, AIC contro la privatizzazione del Rio Barbaira”
  1. Vivo e abito a Pisa, e pratico il torrentismo da oltre tre decenni. Ho disceso questa forra per la prima volta quasi trent’anni fa. avevano costruito (il comune?) un casotto di legno nei pressi del parcheggio. si pagava la sosta e contestualmente l’utilizzo del casotto dove, a fine discesa del torrente, ci si poteva cambiare, lavare le mute e riordinare tutto.
    era un ticket per la forra? non proprio, ma aveva una sua logica e soprattutto comodità.
    quello che vorrebbero istituire cosa sarebbe?
    Di questo passo, qualsiasi luogo di “svago” per torrentismo, o anche “speleologia” potrebbe un giorno essere messo a “pagamento”? Io penso di si…
    saluti
    Giuseppe

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