Al Palamonti di Bergamo la serata di proiezione del film dedicato a Luigi Donini e al soccorso speleologico
BERGAMO – La serata di presentazione del documentario “Fino in fondo – Luigi Donini, un ragazzo di San Lazzaro” al Palamonti di Bergamo venerdì scorso ha riscosso un grande successo di pubblico.
L’evento, organizzato dallo Speleo Club Orobico (SCO) in collaborazione con il Soccorso alpino e speleologico Lombardo, ha affollato la sala, con la presenza del presidente del Cnsas Lombardo, Luca Vitali, e di numerosi tecnici della IX Delegazione speleologica lombarda e di altre regioni.
Durante la serata, Giordano Frassine, già delegato della IX Speleologica, ha presentato il film documentario sulla vita di Luigi Donini, giovane bolognese che perse la vita nell’aprile del 1966 nella grotta del Buco del Castello in Val Brembana durante un’operazione di soccorso, insieme all’amico Carlo Pelagalli.
Il loro sacrificio fu riconosciuto con la medaglia d’oro al valor civile alla memoria. Donini, oltre ad essere uno speleologo, era un appassionato naturalista interessato alla geologia e alla paleontologia.
Il film ha permesso di conoscere meglio la sua figura, evidenziando il suo rigore scientifico e la sua curiosità, nonché il suo ruolo di trascinatore e leader all’interno del gruppo.
Il regista Ginetto Campanini ha raccontato che il film ha avuto una gestazione lunga e complessa, con ritardi e trasformazioni dovuti alla pandemia di COVID-19, ma è finalmente riuscito a vedere la luce all’inizio di quest’estate nella sua forma definitiva.
Per gli speleologi e i soccorritori presenti, l’incidente al Buco del Castello e la figura di Donini hanno un significato particolare.
L’incidente del 1966 è stato infatti il primo intervento del neonato soccorso speleologico, e partecipare a questo progetto è stato un modo per ritornare alle radici della loro attività di soccorso.
Grazie al documentario, è stato possibile approfondire la conoscenza di Luigi Donini, spesso visto solo come vittima dell’incidente o come un nome su una targa all’ingresso della grotta.
Inoltre, è stata l’occasione per scoprire alcuni dei protagonisti di quell’epoca e confrontare la speleologia di allora con quella attuale.
La riflessione che emerge è che, nonostante l’enorme progresso delle tecniche e dei materiali, le motivazioni che spingono gli speleologi a praticare questa attività sono rimaste le stesse nel corso degli anni: la curiosità, il desiderio di conoscenza e l’esplorazione dell’ignoto.
L’evento ha sottolineato anche il senso di comunità e l’importanza della collaborazione tra speleologi provenienti da diverse regioni in caso di bisogno, proprio come avvenne nel 1966 quando Donini e Pelagalli si unirono ad altri speleologi da diverse parti d’Italia per portare soccorso ai loro compagni.
Questo valore di solidarietà e cooperazione continua a essere fondamentale per la speleologia e il soccorso in grotta.
L’iniziativa si è conclusa con grande apprezzamento da parte del pubblico, che ha potuto conoscere meglio la storia di Luigi Donini e riflettere sul coraggio e la passione che animano gli speleologi nella loro avventura sotterranea.