Nuova scoperta nel Santuario di San Casciano dei Bagni: Apollo giovinetto ritratto mentre caccia una lucertola, ma la censura su Facebook fa discutere

Una straordinaria scoperta è stata effettuata durante gli scavi nel Santuario di San Casciano dei Bagni, nella provincia di Siena, lo stesso sito che un anno fa ha regalato al mondo i celebri bronzi.

Questa volta è emersa una statua di Apollo giovinetto in marmo, alta circa due metri, raffigurato mentre caccia una lucertola, una copia di un originale in bronzo di Prassitele noto come “Apollo sauroctono” o “Apollo uccisore della lucertola”.

L’opera è stata rinvenuta insieme a un donario particolarmente interessante, realizzato in pietra e con un’iscrizione bilingue, oltre a numerosi oggetti in bronzo, terracotta e cristallo, dai quali gli esperti sperano di ottenere importanti informazioni sulla vita del santuario.

Questi oggetti accompagnano le fasi di costruzione che vanno dallo smontaggio del tempio di età etrusca alla successiva monumentalizzazione imperiale del nuovo sacello.

Il donario, realizzato in travertino, rappresenta uno dei rari esempi di iscrizioni bilingue mai trovate e attualmente è oggetto di studio da parte dei ricercatori Adriano Maggiani e Gian Luca Gregori.

Tuttavia, è emersa una curiosa controversia sul popolare social network Facebook riguardo alla censura degli organi genitali della statua.

Non è chiaro se la censura sia stata applicata preventivamente da “Finestre sull’arte”, uno dei siti che ha diffuso la notizia, oppure se l’attento Zuckerberg abbia implementato un algoritmo che oscura le nudità delle opere d’arte.

Fatto sta che l’immagine condivisa su Facebook presenta l’uccello della statua coperto da un velo post-prodotto, suscitando diverse polemiche e reazioni ironiche.

Nonostante questa singolare situazione, gli studiosi e gli appassionati del settore continuano ad apprezzare la scoperta della statua di Apollo e la ricchezza di informazioni che gli oggetti correlati potrebbero fornire sull’antico santuario.

Mentre la censura su Facebook rimane oggetto di discussione, gli ammiratori dell’arte antica possono solo sperare che si possa apprezzare appieno la bellezza e l’importanza di queste opere senza ingiustificate restrizioni.

A noi adoratori del culto fallico non rimane che pensare al povero Priapo.

Priapo, Dio della Fertilità

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