Stefano Morcelli, Coordinatore del GdL Giovani, parla di cambiamenti necessari e responsabilità da assumere

In vista del 101esimo Congresso Nazionale del Club Alpino Italiano (CAI), emergono riflessioni cruciali sulla frequenza delle aree montane. Stefano Morcelli, coordinatore del Gruppo Giovani, anticipa i temi chiave che saranno discussi nel Tavolo 2: “Il CAI, la frequentazione responsabile della Montagna, i nuovi comportamenti consapevoli“.

Morcelli sottolinea la necessità di un cambio mentale e comportamentale, in sintonia con i tempi attuali e le sensibilità delle nuove generazioni.

Senza toni enfatici, esamina i comportamenti da rivedere, come l’utilizzo dei mezzi pubblici per raggiungere le mete escursionistiche e la limitazione del numero di partecipanti in zone fragili.

In un’analisi approfondita, Morcelli affronta anche la gestione delle risorse nei rifugi, evidenziando la crisi idrica e energetica.

La sua attenzione si rivolge anche alla dieta alimentare nei rifugi, spingendo a riflettere sul consumo della carne e sul suo impatto ambientale.

I limiti alla libertà di frequentare la montagna, secondo Morcelli, sono legati alle tipologie di territori e alle attività praticate.

Rispettare le restrizioni stagionali per proteggere la flora e la fauna diventa essenziale, così come adottare regole per la pratica di attività come il parapendio o l’arrampicata.

Morcelli evidenzia il cambiamento nella percezione della preparazione individuale, accentuando l’importanza di essere consapevoli dei rischi crescenti dovuti alla crisi climatica.

La priorità nella montagna, secondo lui, è la consapevolezza delle proprie abilità, il rispetto dei limiti e la cura del territorio.

Infine, il coordinatore del Gruppo Giovani del CAI esorta l’associazione a giocare un ruolo autorevole e comunicativo.

Il CAI dovrebbe essere coinvolto nelle decisioni amministrative che riguardano il territorio montano, comunicando in modo efficace le conseguenze delle attività in montagna e promuovendo comportamenti sostenibili.

Per ulteriori dettagli e approfondimenti, è possibile leggere l’articolo completo sul sito del 101esimo Congresso del CAI, intitolato “Libertà, limite, responsabilità”.

Libertà, limite, responsabilità

Per approcciare in maniera concreta e propositiva il tema posto dobbiamo tutti compiere un cosiddetto stop and go!

STOP: iniziare a collocarci in un ordine mentale differente dalla consuetudine, non attuare comportamenti di evitamento, non limitarsi al racconto di ciò che è stato fatto sino ad oggi, non ritenere immutabili consuetudini e comportamenti che si basino su concetti anche moralmente elevati, ma non in sintonia con i tempi odierni e con le sensibilità dei Giovani di oggi…

GO: “alzare il nostro sguardo dalla punta delle nostre scarpe”, mettersi in gioco svincolandosi dall’età anagrafica, essere fortemente propositivi, pensare a ciò che possiamo fare concretamente per le generazioni future che sono già dietro l’angolo pronte a sfidarci sulle proposte.


Concretamente dobbiamo affrontare l’apparente e per molti aspetti voluto conflitto fra libertà e limite.
In un contributo attento e puntuale di Carlo Ancona al tavolo 2, con un proprio linguaggio raffinato e perché no in alcuni passi sofisticato, vengono posti interrogativi e indicate riflessioni non scontate soprattutto nella vita quotidiana dell’attuale CAI. Di seguito alcuni estratti dal testo:

  • Non è segno di novità, ma solo sintomo di disadattamento, replicare in un oggi che è drasticamente modificato gli schemi di ieri, fondati anzitutto sul valore della competizione, e della assenza di limiti e remore.
  • E poi, bisogna fare scelte di rispetto del limite. Ogni epoca ha i suoi orizzonti, e molti si trattengono dentro di essi; solo alcuni cercano di superarli; ma oggi abbattere l’orizzonte comune è astenersi dall’eccesso, scoprire il mondo negli infiniti spazi dimenticati che ci stanno accanto, e da cui la vita umana, per effetto del tempo, si è ritirata come una marea.
  • E così la montagna non è più il luogo della formazione, del confronto con sé stessi, della cooperazione con altri per un comune risultato, ma quello del puro godimento rapido, effimero e garantito, che non consenta troppi dubbi o riflessioni, anche in punto di valutazione del pericolo che si affronta.

Concretizzare queste indicazioni con la revisione e l’aggiornamento dei propri momenti formativi interni di ogni livello.

In questo CAI i Rifugi giocheranno un ruolo fondamentale: ripartendo dalla storica funzione di “punto di partenza” e non di arrivo: partenza di percorsi di conoscenza, di formazione e di consolidamento delle coscienze dei nuovi frequentatori della Montagna.

Partenza per sperimentazioni progettuali, esecutive e gestionali coerenti e vettori di reale sostenibilità.

A fianco dei frequentatori un ruolo essenziale lo svolgeranno i Gestori che nella loro quotidiana preziosa attività di informazione e di indirizzo per i frequentatori potranno, se lo vorranno, essere la vera cinghia di trasmissione di questo cambio di paradigma.

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