Il regista romano presenta il suo film “Uomini e dei. Il mare e il sacro” in anteprima internazionale, esplorando il legame tra l’antica navigazione e la dimensione sacra.

Nel contesto del Festival della Comunicazione e del Cinema Archeologico, il regista romano Massimo D’Alessandro ha fatto il suo ritorno per la terza volta, portando con sé un contributo unico all’evento.

Ha tenuto una masterclass coinvolgente rivolta agli studenti delle scuole superiori, condividendo la sua esperienza e la sua passione per il cinema archeologico.

Ma è stato il giorno seguente che ha rubato la scena, presentando in anteprima internazionale il suo nuovo film intitolato “Uomini e dei. Il mare e il sacro“.

Il film è il risultato di una ricerca che ha richiesto ben 4 anni di impegno, e ha portato alla scoperta di un vero e proprio viaggio attraverso il tempo.

Attraverso questa pellicola, si è potuto esplorare il mondo dell’antica navigazione e il profondo legame tra gli uomini e le divinità marittime.

I viaggi per mare, nell’antichità, erano veri e propri epici exploit, spesso accompagnati da preghiere e superstizioni per ottenere la protezione divina. Il legame tra gli uomini e gli dei marini si è sviluppato nei secoli, come dimostrato in questo film.

Un esempio di questa connessione è Venere, la “sovrana di talami e lidi,” dea dell’amore e del mare, che aveva il potere di placare le acque turbolente.

Questa prospettiva unica sull’antica navigazione e la sua dimensione sacra ha catturato l’attenzione del pubblico presente all’anteprima internazionale del film di D’Alessandro, rendendo la sua presenza al Festival un momento davvero memorabile.

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