La fauna selvatica è una risorsa da tutelare per il nostro pianeta ma a volte conviverci diventa problematico, soprattutto nelle zone mediamente e altamente urbanizzate. Alzino la mano quanti per recarsi a fare trekking in una località montana per esempio devono percorrere chilometri di strada ormai asfaltata in mezzo alle meraviglie di madre natura, col rischio però di fare incontri ravvicinati con gli abitanti dei boschi: caprioli, istrici, tassi, faine, donnole, ricci e scoiattoli, per i mammiferi, mentre per l’avifauna sono soprattutto passeriformi ma anche rapaci notturni come civette e gufi comuni.
La fauna presente nei parchi, nelle riserve o nei territori limitrofi non percepisce le strade come un pericolo e le considera parte del loro territorio, con di conseguenza mortalità di numerosi animali causata dallo scontro con autoveicoli ; inoltre questi incidenti possono essere rischiosi per gli automobilisti – soprattutto se si tratta di incidenti con grossi mammiferi –.
In Italia sono già un po’ di anni che sono in atto sostanziali iniziative per ridurre il problema delle collisioni con la fauna selvatica. Uno fra i tanti programmi è quello adottato dalla Provincia di Pesaro Urbino deonominato LIFE STRADE facente parte dell’asse di finanziamento europeo Life + “Biodiversità” 2011: un sistema per la gestione e riduzione delle collisioni veicolari con la fauna selvatica”, finalizzato alla riduzione della perdita di biodiversità causata dalle collisioni degli animali di una certa taglia con gli autoveicoli circolanti nelle strade provinciali e alla mitigazione delle conseguenze che tale fenomeno ha sulla sicurezza pubblica.
Quali sono allora le tecnologie che appaiono più efficaci e meno impattanti con l’ambiente?
A quanto pare quella dei catarifrangenti che funzionano da dissuasori per il passaggio della fauna: si tratta di una serie di riflettori posti lungo le strade pubbliche.
Visto il numero elevato di animali che sono investiti ogni anno sulle strade italiane si è cercata una soluzione ecocompatibile.
Nel lontano 2004 l’assessorato alla Conservazione strade ha provveduto ad installare, sulla S.P. n. 19 Val di Secchia e sulla S.P. n. 98 Val Tresinaro, speciali dispositivi rifrangenti, che in territori con le stesse problematiche hanno consentito di ridurre in modo considerevole il numero degli incidenti.
Inoltre l’Ente Parco Naturale del Monte San Bartolo (Marche) ha deciso di installare dei catarifrangenti dissuasori specialmente concepiti per la fauna, sui delineatori di margine già esistenti, coprendo tutta la SS 16 che costeggia il Parco e la SP 44. La messa in posa dei catarifrangenti (in totale 365), è stata effettuata nel 2011 e 2012.
È da qualche giorno in rete la notizia che lo stato del Lussemburgo sta sperimentando sul proprio territorio la nuova tecnologia per evitare le collisioni di veicoli stradali con gli animali della fauna selvatica migliorandola con dei catarifrangenti di colore blu.
La fase di rodaggio del sistema, gestito a Lussemburgo dalla Highways Agency, durerà due anni e valuterà se i riflettori blu riusciranno ad impedire agli animali ad attraversare strade al crepuscolo e di notte.
Il “blu” è considerato un colore di pericolo per gli animali selvatici poiché si vede raramente in natura. Quando un’auto si avvicina con il fascio di luce dei fari, questa luce viene riflessa lungo il ciglio della strada creando una sorta di “recinto luce”. Si auspica che questo scoraggerà gli animali selvatici di attraversare la strada.
I riflettori sono già stati installati a intervalli sulle strade tra Weyer e Fischbach e Godbringen e Heffingen. Molti altri ne sono previsti in aree in cui è frequente il passaggio dei cervi, e altri lungo la Mosella.
Un progetto simile è stato messo in pratica in Germania, dove gli studi dimostrano che i riflettori hanno contribuito a ridurre gli incidenti che coinvolgono animali notturni fino al 73%.
Il costo relativamente basso del sistema permetterà di coprire molti chilometri di strada.