Nei giorni scorsi, su diversi media, si è diffusa la notizia secondo cui dai risultati di uno studio pubblicato sulla rivista PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences), anche i pipistrelli possono contrarre il virus dell’influenza e fare da serbatoio per vari ceppi. Secondo lo studio, effettuato in Guatemala dal “Center for Disease Control di Atlanta” su un campione di 360 pipistrelli, su alcuni esemplari sarebbe stato individuato il virus di tipo A, lo stesso ceppo dell’AH1N1 di tipo pandemico che nel 2009 ha allarmato la comunità medico scientifica globale per la sua veloce diffusione e trasmissione agli esseri umani. Un altro duro colpo ai simpatici mammiferi volanti dopo la “White Nose Syndrome” che in nord America ne sta decimando la popolazione, rischiando di causare l’estinzione di diverse specie. La speranza è che la diffusione di questa notizia non sviluppi una fobia nei confronti dei chirotteri, va ricordato infatti che i pipistrelli sono una specie animale molto utile e ancora non molto conosciuta e per questo sottovalutata e non apprezzata, cibandosi di insetti, svolgono infatti una funzione di estrema utilità per l’uomo e per le colture e pertanto bisogna preservare questi mammiferi dall’estinzione, in quanto, purtroppo, a causa dei cambiamenti ambientali dovuti all’uomo, molte specie di pipistrelli già si sono estinte e altre sono prossime a farlo.
Ricordiamoci sempre che non bisogna aver paura di questi piccoli mammiferi alati, ma che, invece, bisogna saperli apprezzare per quello che valgono. Infatti è’ importante sottolineare che contrariamente a quanto si creda, i pipistrelli non tendono ad infilarsi nei capelli e a non staccarsene più ed inoltre, anche se sembrerebbe banale puntualizzarlo, ma in realtà molti lo credono, non succhiano sangue.

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