Sabato 30 maggio si è parlato con tutti i gruppi speleo piemontesi AGSP del campo estivo.
L’idea che circola è di tornare tutti insieme in Conca delle Carsene (valle Pesio, CN) e svegliare, dopo 15 anni senza esplorazioni e quasi senza visite, il Cappa (da leggere alla francese, Cappà), principale sistema carsico della zona.
Il campo si svolgerà nelle prime tre settimane di agosto, fine settimana compresi.
Il Cappa misura oggi 14 km di sviluppo rilevato, e 788 metri di profondità. Presenta 4 ingressi: Straldi (2201 slm), a cui fan seguito 500 metri di pozzi prima di approdare su di un complesso livello di gallerie; Cappa (2149 slm), che sotto di sé cela il mitico P188, fattibile in un unico tiro nel vuoto; Diciotto (1984 slm), dalle celebri fessure e meandri; Denver (1957 slm), che entra nel complesso 200 metri di dislivello sotto il Cappa, quasi sulla verticale del nodo principale del complesso. È dotato di una comoda porta… Ma questa è un’altra storia.
Perché il Cappa? Perché è un sistema che può ancora riservare enormi sorprese e sviluppi esplorativi, senza dover andare in posti lontanissimi dall’ingresso. Infatti non si contano i punti interrogativi, le gallerie non esplorate, quelle che son state percorse una sola volta, i pozzi non scesi. Ma non si contano sul serio.
Non mi addentrerò nei dettagli: non è questo il luogo. Solo qualche informazione generale.
La Conca delle Carsene è una sorta di fortezza, protetta da pareti di roccia e ripidi pendii, raggiungibile per pochi mesi all’anno. La risorgenza del Complesso è il Pis del Pesio (che nel disgelo si satura d’acqua e crea una superba cascata), ovviamente in valle Pesio. Il bacino di assorbimento tuttavia, non è la sola valle: le colorazioni fatte han messo in luce come anche Pian Ambrogi, in Francia, oltre le dorsale di cima Straldi, regali le sue acque all’Italia. Al centro di pian Ambrogi si trova un grande inghiottitoio, che dopo pochi metri chiude sul fango.
Il Complesso.
Tutti gli ingressi, come quasi tutte le grotte delle Carsene, precedono una discreta serie di pozzi.
Sotto i pozzi, ci sono tre livelli principali di gallerie. Il più alto, circa a 1800m di quota, non ha ancora sviluppo verso Straldi, mentre collega gli altri tre ingressi. Tra 1700 e 1600 c’è un altro livello, che a tratti si separa in due distinti. È il livello di maggior sviluppo nel complesso: infinite gallerie corrono zigzagando, sugli assi Nord-Sud e Est-Ovest, percorse da una gelida (…) e intensa corrente d’aria. Il terzo livello, tra 1500 e 1450 metri, è percorso dal collettore principale del sistema, ma presenta difficoltà e rischi maggiori: serve la muta per percorrerlo, e il giusto temporale lo può saturare nel giro di poche ore. Frontiera esplorativa più che aperta, spalancata.
Ma non è la sola.
Intorno al Cappa gravitano altri abissi importanti: il Belushi, quasi 7 km di sviluppo, Parsifal, altri 6 km abbondanti, Beluga-Valmar (più di 5 km). Per non citarne altri. Ognuno di questi con le sue frontiere.
Obiettivi:
Gli obiettivi sono molti e variegati. Il complesso principale (il Cappa) è abbandonato da 15 anni, e si rende necessaria un’opera di riarmo, che sarà completata prima dell’inizio del campo vero e proprio. Le altre grotte hanno ricevuto visite recenti, con il risultato di aprire nuovi fronti invece che chiuderne di vecchi.
Nel campo ci si occuperà, a seconda di gusti e esigenze, di (tra parentesi i tempi per giungere in zona esplorativa):
CAPPA
NB: sul rilievo le quote son segnate relativamente a ingressi che non saranno utilizzati. Ad esempio, la salle Favouio è a -500 rispetto al Cappa, a -300 rispetto a Denver.
– Esplorare verso valle (e, se si riesce, verso l’inesplorato Est sotterraneo del Vallone dei Greci) il livello intermedio di gallerie, occupandosi principalmente del nodo di gallerie che gravitano intorno alla salle Favouio: le Favouio a-mont, le risalite nella sala e le gallerie sopra Escampobariou, tutte con punti interrogativi da chiarire, aria forte e buone prospettive: è lì intorno la possibilità di trovare un collegamento con il vicinissimo Belushi. Questa giunzione sarebbe di grande importanza esplorativa, perché bypasserebbe tutte le parti strette di quest’ultimo, accedendo però a grandi livelli freatici ampi, estesi e non esplorati a fondo (3-4 ore).
– Esplorare verso monte, nella galleria Zabriskie, cercando di arrivare nei vicino complesso di Beluga-Valmar (3-4 ore).
– Ripercorrere la traversata verso Straldi, gallerie viste una sola volta nell’87. Gli esploratori, alla ricerca della giunzione, lasciarono molti pozzi da scendere e gallerie in altre direzioni da percorrere (2-3 ore).
BELUSHI
– Cercare di giuntare al Cappa in due punti, per poter giungere sul fondo del complesso percorrendo gallerie fossili (senza il pericolo delle piene). (3-4 ore uno, 5-6 l’altro)
– Sono numerosi i rami da finire di esplorare, tutti fermi su mancanza di speleologi. (da 3 a 7 ore)
– Il fondo più lontano della grotta (7-8 ore)
PARSIFAL (col vantaggio di non andare tanto in profondità)
– Ualà, Sepà, Diofà: da dove arriva quel fiume d’aria? (3 ore)
– FiStre: da dove arriva quell’altro fiume d’aria? (2 ore)
IN ESTERNO
– Piccole grotte da rivedere e rilevare (da -10 a -80, alcuni visti, altri no, altri chissà, a centinaia in un terreno lunare)
– Battute
– Canalini da scendere.
Ovviamente non si potrà far tutto. In base alla volontà, si farà.
In estrema sintesi: c’è trippa per tutti, e pure comoda!
Logistica:
Ci saranno due basi distinte per il campo:
– La Capanna Morgantini, Storico rifugio della Conca delle Carsene (2234 slm). Ha solo una ventina di posti letto (difficilmente ci saranno posti per tutti, informatevi per tempo!), ma si può dormire in tenda (gratis) e usarlo come base per mangiare, bere, parlare, giocare… (NB: opzione consigliata per i pasti in Morgantini (anche per chi è in tenda lì vicino) è di portare cibo (pasta, carne, formaggio, frutta, verdura, vino, birra ecc.), possibilmente con lo scontrino, per contribuire alla spesa comune e mangiare tutti insieme, dividendo le spese tra tutti. Prima di mettervi in viaggio verso la Morgantini, telefonate e chiedete di cosa c’è bisogno!!
La tariffa del rifugio è 5 euro/cranio durante il campo. Offerta libera per uso rifugio e cucina per chi sta in tenda. Tra mangiare e bere potrebbe essere poco più di 10 euro a testa al giorno.
Si trova a circa 1h di cammino da Belushi, 1h15’ da Parsifal, 1h30’ da Denver.
– il Gias dell’Ortica, prato nella bassa Conca (1860 slm), con una piccola struttura in muratura utilizzabile in caso di necessità. Soggiorno in tenda (alloggio ovviamente gratis, autonomia per il vitto). Per maggiori dettagli, sentite Marcolino (contatto al fondo). Si trova a 5’ dall’ingresso di Parsifal, 30’ da Belushi, 45’ da Denver
Le due basi saranno autonome, ma in continuo contatto per programmare l’attività (il campo è uno!). Distano poco più di un’ora di cammino (350m di dislivello).
ACCESSI:
– L’accesso più comodo è la ex-strada militare Monesi-Limone (sterrata), che, appena messa a nuovo, dovrebbe aprire quest’estate, ma non ci sono notizie certe e potrebbe anche restare chiusa, o con accesso limitato a poche macchine. La Capanna Morgantini dista 10 minuti a piedi da dove in teoria si lascia la macchina. Su questo punto seguiranno aggiornamenti per gli interessati.
– La strada può ovviamente essere percorsa in bici o a piedi. Dalla fine dell’asfalto (lato Limone) sono 12 km e poco più di 300 m di dislivello positivo.
– Si può salire a piedi dal Vallone di San Giovanni o dal Pian delle Gorre tramite due diversi itinerari. Opzione sconsigliata se si è carichi (ca 1200 m di dislivello)
MATERIALE
Le grotte sono da esplorare, dunque servirà un po’ di tutto. Benvenuti trapani, fix, corde, moschettoni e qualsiasi altra cosa. Se già avete un’idea di cosa porterete, fate sapere; in ogni caso, prima di salire, chiedete cosa serva!
Il campo si svolgerà nelle prime tre settimane di agosto, fine settimana compresi.
Chi fosse interessato a partecipare, faccia appena si decide 1) in che periodo ci sarà, 2) a quale campo intende soggiornare, e 3) che attività è intenzionato a svolgere.
Ovviamente tutti invitati, e invitate tutti! Dovrebbe venire gente da tutta Italia e non solo, più siamo e più si esplora e più si fa festa.
Per confermare la presenza, o per dubbi, chiarimenti ecc. scrivete pure a stefano.calleris@gmail.com
Per il campo al Gias delle Ortiche, scrivete a Marco Marovino (Marcolino) lopotin@gmail.com
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