La scorsa settimana sono rientrati gli ultimi grottisti triestini impegnati in Albania nell’area di Nikaj-Merturi-Hekurave. Le ricerche, piuttosto articolate, si sono sviluppate sull’apporto di tre gruppi di lavoro, il primo in movimento da Trieste verso la metà di agosto, e composto da quattro soci della CGEB, che hanno confermato la verifica del collettore all’interno della “Grotta Perr Boschit ( o Sphella Martini)”, esplorata dalla CGEB negli anni 90′ e poi parzialmente rivista dagli speleologi di Faenza nel 2009. La grotta così si pone come uno degli obiettivi del prossimo anno, vista anche l’interesse per l’idrografia sotterranea nella vallata del fiume Pajes subito prima del canyon di Curraj Eperm.
A fine agosto invece un nutrito gruppo di speleologi della CGEB si sono uniti a Rok Stopar ed altri 4 amici sloveni, con due obbiettivi principali, il primo un campo interno in Shpella Zeze (Grotta Nera), per mordere finalmente le zone più remote a 4 km dall’ingresso e risalire i pozzi/camino d’innesto di un collettore alpino, ed il secondo ad individuare degli ingressi a quota 2000 slm.
Una seconda squadra era impegnata sugli altipiani SE del bacino del monte “Maja e Hekurave” presso un campo a quota 2040 slm, per scendere alcuni grossi pozzi ed a mappare una vasta zona carsica sopra l’incisione glaciale del lago Ponarit, area già individuata nel 2012.
I risultati sono stati modesti a causa del costante e perpetuo maltempo, con piogge e persistenti fitte nebbie che hanno limitato del tutto il movimento in quota. Nelle brevissime finestre di visibilità (10 ore in 6 giorni), sono state scese e rilevate tre cavità situate a circa 1 ora dal campo, due delle quali sono da indagare ulteriormente in particolare un -80mt ove ci si è fermati su una verticale stimata profonda 60 mt. La zona in ogni caso è molto vasta e se indagata in un prossimo futuro, dovrà essere suddivisa a settori d’indagine dedicati con al lavoro speleologi fortemente motivati.
Al campo “basso” invece, nella valle di Qerec Mulaj, nella prima giornata di avvicinamento, è riuscita una vasta perlustrazione raggiungendo in fuoristrada (utilizzando una strada improbabile) prima l’alpeggio di Vrana posto a quota a circa 990 m slm e quindi il campo di Qerec presso Shpella Zeze.
Nell’unico giorno di buon tempo (il primo), è stato trovato così durante la lunga traversata alpina un pozzo inesplorato di circa 50 metri a quota 1800 slm nei pressi della grande dolina di Kakverrit.
La stessa Kakverrit è stata rivisitata e forzata la frana da dove esce una notevolissima corrente d’aria proveniente da un grosso camino superiore. Sulla strada del ritorno, nella vallata presso il fiume Pajes, è stata individuato un punto d’uscita di un notevole flusso sotterraneo posto sulla sinistra orografica del fiume a quota 930 slm, forse una possibile risorgenza della grotta “Perr Boschit”.
Le forti piogge persistenti e la nebbia costante purtroppo hanno ostacolato le operazioni speleo tanto da far desistere le esplorazioni in Shpella Zeze ritenuta troppo pericolosa in caso di piena. Dopo attenta valutazione delle condizioni, che non davano speranza neanche sul lungo termine e davanti all’evidenza dell’accrescere continuo della portata della risorgenza, ormai abbondantemente sopra il livello di guardia del regime estivo, a malincuore si è deciso di comune accordo con gli sloveni di rimandare al prossimo anno. I triestini si sono comunque intrattenuti in grotta stendendo un rilievo aggiornato della parte fossile della grotta, esplorando un ramo laterale e riprendendo alcune foto inedite.
Assieme a noi era presente l’amico Ndoc Mulaj presidente dell’associazione “Alpe” di Tirana e patrocinatore della spedizione, con alcuni amici a cui è stato impartito un mini corso accellerato di speleleogia. Quest’anno in rappresentanza del comune di Lekbibaj e della comunità di Nikaj-Merturi sono stati consegnati a tutti i partecipanti italiani e sloveni delle spedizioni (anche precedenti) alcuni diplomi di merito per l’attività esplorativa svolta, nonché la cittadinanza onoraria a Louis Torelli presidente della CGEB: è stata pure annunciata la volontà del comune e del suo sindaco di elevare l’area a parco naturalistico.